Sardegna: segreto di Stato sull’arsenale scomparso. Un mistero che forse resterà tale. La presidenza del Consiglio dei mininistri avrebbe infatti imposto il segreto di Stato sulle informazioni inerenti al trasporto delle armi sequestrate nel 1994 sul canale di Otranto. Il materiale bellico viaggiava su una comunissima nave. Segreta rimane, almeno per ora, anche la destinazione finale di quelle armi. In sostanza, non si sa dove sono finite. La magistratura torinese nel 2006 ordinò la loro distruzione, non attuata forse per motivi economici. Sulla strana vicenda sta tuttora indagando la magistratura di Tempio Pausania, nella persona del sostituto procuratore Riccardo Rossi, che però attualmente sembra trovarsi di fronte all’ostacolo del segreto di Stato.
Un arsenale proveniente dalla Russia. 32 mila fucili, 400 missili terra-aria, razzi anticarro, AK47 e un enorme quantità di munizioni. Ce n’è per un piccolo esercito. Un carico che viaggiava con 732 passeggeri, secondo quanto riportato da La Nuova Sardegna, che per prima si è occupata del caso. Le ipotesi com’era prevedibile si sprecano; c’è chi dice siano finite in Afghanistan, chi in mano ai ribelli libici, che da mesi lottano per “detronizzare” Gheddafi. Le istituzioni, molte quelle coinvolte nel caso, hanno però precisato che quelle armi erano state rese “inerti”, private cioè della carica esplosiva. Nessun pericolo quindi. Il carico bellicosequestrato sul traghetto con bandiera maltese era diretto in Croazia. Ai tempi lì c’era la guerra.
Da Santo Stefano a? Base dei sommergibili USA fino a tre anni fa, l’isola di Santo Stefano era anche il magazzino dove erano state stipate le casse contenenti un vero e proprio arsenale, attualmente scomparso. Il sequestro del 1994, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, riuscì grazie ad una soffiata arrivata ai servizi segreti inglesi ed italiani. Negli anni a seguire venne scoperto dalla magistratura di Torino un traffico internazionale di armi, per il quale fu arrestato Alexander Zhukov, che secondo l’accusa controllava due società fantasma collegate al traffico di armi. La magistratura piemontese ordinò la distruzione dell’intero carico di armi, ordine che a quanto pare fu però disatteso.
A.S.