La7 giovedì 21 luglio, “Io speriamo che me la cavo”

La comicità di Villaggio al servizio della Wertmüller – Il giovedì di La7 ospita una commedia del 1992 che è un gioiellino della filmografia di Villaggio e della Wertmüller, “Io speriamo che me la cavo”, una commedia che fa sorridere e riflettere allo stesso tempo. Smessi i panni del ragioniere Fantozzi, Villaggio indossa quelli del maestro elementare Marco Tullio Sperelli che per un errore nel computer del Ministero della Pubblica Istruzione viene mandato a Corzano, un paesino della provincia napoletana come insegnante di una terza elementare. Qui il maestro Sperelli si trova alle prese con una realtà del tutto rispondente allo stereotipo del sobborgo meridionale, fatto di disorganizzazione e di assolutata mancanza di regole. La preside, moglie di un politico locale, non svolge nessuna delle sue funzioni, il bidello è il vero “padrone” della scuola e vende agli alunni gesso e carta igenica, mentre gli alunni sono quasi tutti assenti alle lezioni, implicati in storie di povertà e microcriminalità. Nonostante l’iniziale diffidenza reciproca, il maestro riesce a stabilire un rapporto speciale con i suoi alunni, aiutando a risolvere anche delle complicate situazioni famigliari. Quando il maestro viene trasferito al Nord, i bambini insieme alla preside, si recano alla stazione per poterlo salutare.

Il film è tratto dall’omonimo romanzo di un maestro elementare, Marcello D’Orta, che raccoglie sessanta temi svolti dagli alunni di una scuola elementare della città di Arzano, in provincia di Napoli. In questi lavori i bimbi raccontano con innocenza e umorismo la loro vita quotidiana in una realtà dominata dalla camorra, il contrabbando e la prostituzione.  Il titolo “Io speriamo che me la cavo” fa riferimento alle parole del tema del ragazzino più scalmanato del gruppo, che alla fine del libro -come nel film- ha una sorte di “conversione” e racconta la sua personale visione dell’Apocalisse.

A.P.