E’ iniziato intorno alle 10.15 l’interrogatorio di garanzia disposto per questa mattina dal gip Carlo Calvaresi per Salvatore Parolisi, nei confronti del quale è stata disposta la carcerazione preventiva in quanto sospettato dell’omicidio della moglie Melania Rea. Il Gip, accompagnato dal pm Umberto Monti e da alcuni investigatori dei carabinieri, si è recato presso l’Istituto di massima sicurezza di Marino del Tronto, dove Salvatore ha trascorso la sua prima notte in cella. Ad attenderli, anche i legali del caporalmaggiore, gli avvocati Valter Biscotti e Nicodemo Gentile. A quanto si è appreso, anche in questa fase dell’inchiesta Salvatore Parolisi si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere alle domande degli inquirenti.
Si aggrava la posizione di Salvatore – Il testo dell’ordinanza, in cui i magistrati ascolani chiedono al gip l’arresto di Parolisi è inequivocabile: secondo gli inquirenti, ad uccidere Melania Rea il 18 aprile, sarebbe stato il marito. Nessun’ altra pista può essere percorsa, poiché non sono emersi in questa fase delle indagini elementi tali da lasciare spazio ad altre ipotesi investigative. La mancanza di testimoni che confermino la presenza di Parolisi sul Pianoro di Colle San Marco in un orario antecedente alle 15.23, i risultati dei tabulati telefonici presentati dai Ros che stabiliscono che il cellulare di Melania avrebbe agganciato la cella di Castel di Lama, località adiacente a Ripe di Civitella, già alle 15.03, fa affermare con una certezza quasi assoluta che Melania Rea a Colle San Marco non sia mai arrivata, pertanto smentisce categoricamente la ricostruzione avanzata da Parolisi il giorno stesso della “scomparsa” della moglie e ribadita durante tutte le audizioni successive. Si aggrava, dunque, la posizione, già traballante, di Salvatore Parolisi e non si comprende il motivo per quale, nonostante continui a proclamarsi innocente e nonostante la famiglia Rea lo abbia “implorato” più volte di dire tutto quel che sa, Salvatore rimanga ancora fermo sulle sue posizioni e continui a tacere.
Francesca Theodosiu