Calciomercato Barcellona: ufficiale Sanchez – Ci sono voluti 21 giorni per vedere il primo vero colpo del calciomercato estivo della stagione 2011/2012, ma a farlo non è stata un’italiana: ebbene no, perché Ricky Alvarez all’Inter non si può di certo definire un colpo degno di Alexis Sanchez al Barcellona. El Nino Maravilla è il primo cileno a vestire la maglia blaugrana: è costato 26 milioni di euro, pagati in un’unica rata alla famiglia Pozzo, più 11,5 milioni di bonus legati alle prestazioni, con annessi goal, competizioni e presenze in campo. Il prezzo, quindi, potrà arrivare fino a 37 milioni di euro: una cifra da capogiro per la quarta forza del nostro campionato.
Il coraggio della vendita – La famiglia Pozzo ha avuto coraggio, quello che non ebbe Garrone un anno fa: il destino sembra lo stesso, entrambe outsiders che arrivano ai Preliminari dell’Europa che conta, entrambe con pezzi pregiati ambiti da tutt’Italia che potrebbeo essere ceduti. Erano Cassano e Pazzini, ora sono Sanchez e Inter, ma anche Zapata e Asamoah: i blucerchiati li hanno tenuti, hanno perso l’accesso in Champions e hanno guadagnato appena 10 milioni dalle cessioni – 12 milioni Pazzini, mentre Cassano è costato 1,7 milioni pur di mandarlo via. L’Udinese ha ceduto, senza esitazione, Sanchez, Inler e Zapata, ha racimolato cifre faraoniche con le quali potrà costruire una squadra più che ottima e ha ancora il Preliminare da disputare.
Come cambia il Barça – Guardiola avrà Sanchez per cinque anni, sulla carta, e avrà un attaccante degno del gioco azulgrana. Come cambia la squadra è presto detto, a partire dalla partenza di Bojan Krcic che arriverà a Roma domani insieme con Gabriel Heinze. L’allenatore catalano ora avrà a disposizione Messi, Villa, Pedro e Sanchez, un poker da meraviglie: dimentichiamoci un attimo per Iniesta, capace di adattarsi anche in posizione arretrata al ruolo di seconda punta del tridente, e immaginiamo Messi-Villa-Sanchez. Che il cileno possa riconfermarsi o meno, Pozzo è stato lungimirante: la cifra è stata incassata e, statene certi, già l’anno prossimo non avrebbe guadagnato gli stessi milioni.
Mario Petillo