Udito a rischio per il fumo passivo. Il fumo passivo può provocare danni ai polmoni e a livello cardiaco, ma anche l’udito può risentirne in modo grave. I bambini e gli adolescenti esposti al fumo passivo sarebbero quelli che avrebbero il rischio maggiore di sviluppare parziale sordità. Lo sostiene una ricerca della New York University School of Medicine (Usa), da cui emergerebbe che il fumo respirato dalle sigarette altrui potrebbe ostacolare il delicato equilibrio che regola l’afflusso di sangue all’orecchio dei più giovani, oltre a favorire l’insorgenza di infezioni nell’orecchio medio. E così, anche se non siamo fumatori, spesso siamo esposti a quasi gli stessi rischi di chi fuma.
Lo studio su 15oo teenager. Lo studio, condotto dal professor Anil Lalwani e pubblicato dalla rivista Archives of Otolaryngology – Head & Neck Surgery, è stato compiuto su oltre 1500 teenager americani di età compresa tra i 12 e i 19 anni (tutti non fumatori), ai quali è stato valutato il tasso di cotinina (un derivato della nicotina) nel sangue. Il 40% degli 800 esposti a fumo passivo ha riscontrato problemi di udito, rispetto al 25% dei 700 ragazzi non esposti al fumo. Più nello specifico, i problemi si svilupperebbero alla coclea, ovvero quell’organo situato nella parte interna dell’orecchio. ”Si tratta del tipo di perdita dell’udito tipica degli anziani o dei bambini affetti da sordità congenita”, spiega Michael Weitzman, coautore della ricerca. Secondo Lalwani, ”dobbiamo valutare quanto spesso e quando controlliamo l’udito dei bambini”.
Tutelare i ragazzi. Ulteriori studi chiariranno il nesso tra fumo passivo e danni uditivi, ma nel frattempo, avvisano i ricercatori, meglio tutelare i più giovani dal fumo di sigaretta. Gli studiosi evidenziano come sia importante effettuare uno screening dell’udito prima e durante l’adolescenza, anche perché dei problemi in tal direzione possono causare difficoltà a comprendere quello che viene detto in classe e dunque da qui deriverebbe un comportamento disattento. Tutto questo, secondo gli autori, può innescare problemi nell’esprimersi, nel linguaggio, nello sviluppo cognitivo e le funzioni associate. Altresì, non sono esclusi sintomi che possono indurre a credere che ci si trovi di fronte a un soggetto affetto da sindrome da deficit di attenzione o altri problemi neurologici.
Adriana Ruggeri