Catania, scontro Pulvirenti-Lo Monaco – La temperatura a Catania è salita molto in queste ultime ore. Non c’entrano le bizze del tempo estivo, o gli sbuffi infuocati dell’Etna. Ad agitare gli equilibri della compagine calcistica rossazzurra ci pensano gli screzi tra il presidente Pulvirenti e l’Ad Pietro Lo Monaco. I due pezzi grossi del Catania Calcio avrebbero avuto delle discussioni su una possibile partecipazione dell’Ad etneo riguardante l’acquisizione della nuova Salernitana, portata avanti da un team di imprenditori campani. Discussioni che hanno spinto Lo Monaco a programmare una conferenza stampa nella giornata di ieri, nella quale ha annunciato le dimissioni da Amministratore Delegato del Catania.
Lo Monaco: “Non ci sto” – Gli attriti tra Pulvirenti e Lo Monaco sono diventati veri e propri contrasti nella giornata di ieri. L’Ad ha infatti reagito aspramente alle parole rilasciate da Pulvirenti alla stampa, nelle quali aveva espresso il proprio parere sulla probabile partecipazione del dirigente rossazzurro all’acquisizione della Salernitana. Lo Monaco ha così indetto una conferenza stampa, dove ha dichiarato: “Non mi è mai passato per la testa di andar via dalla Sicilia; il presidente Pulvirenti ha parlato in maniera troppo leggera di una vicenda di cui è sempre stato al corrente. Visto che mi chiede di prendere una posizione, io mi dimetto“.
Le mosse future dell’Ad – Le dimissioni di Lo Monaco non sono però effettive. Il dirigente rossazzurro ha infatti ammesso durante la conferenza stampa di voler rimanere ancora in Sicilia, per permettere al Catania di trovargli un giusto sostituto. Se Pulvirenti dovesse trovarlo, Lo Monaco potrebbe portare avanti il progetto Salernitana, anche se al momento appare difficile, visto che Mezzaroma e Lotito avrebbero già concluso le trattative per rilevare il team campano. Nelle ultime ore però sarebbe spuntata un’altra ipotesi per Lo Monaco: stando alle indiscrezioni provenienti da alcuni giornalisti torinesi, l’Ad del Catania potrebbe approdare in Piemonte, dove diventerebbe l’uomo di fiducia di Cairo.
Simone Lo Iacono
