Lo si è appreso attraverso un tweet di Herman Van Rompuy, presidente Ue, che recitava “la dichiarazione dei capi di Stato e di governo è stata approvata”.
“Concordiamo di sostenere un nuovo programma di aiuti per la Grecia e, insieme con il Fondo monetario internazionale e la partecipazione volontaria del settore privato, a coprire pienamente il gap di finanziamento”, si legge nel documento conclusivo del ‘piano Marshall’ per la Grecia approvato in sede Ue, con Nicolas Sarkozy che ricorda che i privati parteciperanno al salvataggio della Grecia per una cifra pari a 135 miliardi di euro in 30 anni.
Il Fondo salva-stati sarà messo in condizioni di agire secondo le nuove modalità “come veicolo finanziario il più presto possibile” e il programma per la Grecia “sarà disegnato in particolare attraverso tassi di interessi più bassi e l’allungamento delle scadenze, in modo tale da migliorare la sostenibilità del debito e il profilo di rifinanziamento della Grecia”.
Il piano di salvataggio. L’accordo raggiunto a Berlino fra il presidente francese Nicolas Sarkozy e il cancelliere tedesco Angela Merkel per il salvataggio della Grecia (e dell’euro, stando alle preoccupazioni più volte paventate da Barroso in questi giorni), prevede, in primis, di modificare lo statuto dell’Efsf (il fondo salva Stati dell’Eurozona) in modo da consentire al Fondo l’acquisto diretto sul mercato secondario dei titoli di Stato greci o di altri paesi membri in crisi, visto che oggi l’Efsf può intervenire solo sul mercato primario, ovvero al momento dell’emissione, e non raccogliere i titoli già sul mercato. L’accordo prevede anche che il settore privato venga coinvolto nei costi del salvataggio della Grecia con il ‘roll-over’, vale a dire l’impegno volontario a riacquistare i titoli greci di nuova emissione dopo aver incassato il rimborso dei vecchi bond, o con lo scambio diretto dei vecchi titoli con i nuovi. Altro passaggio importante del piano riguarda l’abbattimento degli interessi sui prestiti dell’Eurozona ai paesi in crisi (Grecia, Irlanda e Portogallo) al 3,5% e l’allungamento della durata del credito fino a 15-30 anni. Si è fatto accenno, infine, anche ad un impegno da parte della Bce ad accettare i titoli di stato greci, se garantiti dall’Efsf, come ‘collaterali’ per la liquidità fornita alle banche.
Marco Notari