Serata speciale domani sera alle Terme di Caracalla con il “Gran Galà Roberto Bolle and Friends” che animerà la notte capitolina con tutto il fascino e la magia della grande danza internazionale.
Omaggio a Roland Petit – Nella splendida cornice del palcoscenico estivo del Teatro dell’Opera di Roma, accanto a Bolle, tante etoile invitate dai più importanti teatri del mondo, per sfidarsi amichevolmente in un confronto di tecniche, scuole e stili diversi, come omaggio all’arte coreografica. Da Maria Eichwald e Marijn Rademaker nel pas de deux dall’atto I di “Romeo e Giulietta” di John Cranko, su musiche di Sergej Prokof’ev, a Ji?i Bubení?eke e Otto Bubení?ek che si esibiranno in “Le Indompte’s” di Claude Brumachon su musica di Wim Mertens, e Alicia Amatriain e Jason Reilly che danzeranno invece “Mono Lisa” di Itzik Galili su musica Thomas Hofs. Passi a due e assoli tratti dal repertorio dei più amati classici dell’Ottocento e dai più celebri titoli del Novecento, con una dedica particolare al grande coreografo e maestro Roland Petit, recentemente scomparso, che Roberto Bolle ricorderà insieme a Lucia Lacarra con i suoi capolavori “Le jeune homme et la mort”, un’opera di straordinaria modernità su libretto di Jean Cocteau e musiche di Johann Sebastian Bach, e il passo a due di “Carmen”, su musiche di Bizet.
Rivoluzionario della danza – Nato nel 1924 a Villemomble da madre italiana e padre parigino, Petit si è spento per una leucemia ad 87 anni, lo scorso 10 luglio a Ginevra, dove ormai viveva da tempo. Al suo fianco la compagna di una vita e musa ispiratrice della sua arte, l’inseparabile Zizi Jeanmaire, che aveva sposato nel 1954 e trasformato in icona di stile. Un rivoluzionario dell’universo coreografico, Petit, un vero e proprio vate che ha provocato in ogni senso la danza, asservendola al suo geniale estro creativo. Plasmando la donna nel balletto, rendendola seducente come non mai, maliziosa, volitiva, intraprendente, padrona del proprio destino. Un artigiano della danza la cui straordinaria modernità non si potrà certamente dimenticare.
Valentina De Simone