Amy Winehouse morta – Amy Winehouse nacque sotto il segno della vergine nel millenovecentottantatre a Enfield, Londra. Ve la ricordate com’era prima di iniziare quell’ignobile processo di autodistruzione che l’ha portata a dover annullare concerti dopo essersi umiliata di fronte al pubblico pagante? Era soffice, era graziosa, e ci sapeva fare con la musica. Amy Winehouse aveva una voce d’usignolo. Purtroppo sì, è ora di iniziare a parlare al passato: la giovane cantante di “Back to Black” non è più fra noi. L’agenzia Reuters ha detto che l’infelice ventiduenne è stata trovata morta nel proprio appartamento.
Ricordare Amy Winehouse – Non tutti amavano Amy Winehouse, eppure quando se ne va dal mondo una giovane di appena ventotto anni dopo essere stata masticata dall’impietosa macchina del successo e dopo essersi distrutta con le proprie mani, è possibile provare un solo sentimento: pura e cieca compassione. Ormai i pettegolezzi sulla sua vita privata non hanno più valore, non ha più senso parlare di quanto la Winehouse fosse dipendente dall’alcol e dalle droghe: una ragazza di ventotto anni è morta da sola, ed è probabile che si sentisse infinitamente sola da tempo. Sarebbe bello tentare di ricordare Amy Winehouse non per il male che s’è fatta, ma per quella voce da usignolo che aveva, per quella meravigliosa arma a doppio taglio che le ha regalato quel successo che l’ha uccisa.
I soldi non fanno la felicità – Ridiamoci su, se vogliamo. Scherziamo, azzardiamo commenti cinici e teniamoci ben fuori da questa storia. In quanti penseranno, ora, che è stato sciocco morire così e che Amy aveva un sacco di bei soldi da spendere? Che si rifletta bene prima di sbilanciarsi in commenti azzardati: certe volte bisognerebbe imparare che i soldi non solo non fanno la felicità, ma che spesso portano le persone ad avere intorno solo cose che possono essere comprate. Puoi comprare case, chitarre, vestiti, persino amici, ma se non hai altro che il denaro e il tuo dolore conduci di certo la più miserabile delle esistenze.
Addio, disperato usignolo!
Martina Cesaretti