Si chiama Anders Behring Breivik l’autore dell’attentato norvegese dell’isola di Utoya. I dubbi della polizia riguardano ora solo il modus del delitto, mentre l’autore è certo e pare abbia già confessato. Non è chiaro infatti se il giovane 32enne di ideologia “cristiana integralista”, come diceva egli stesso sulle pagine di Facebook, Twitter ed altri popolari social network cui era iscritto, abbia avuto anche un complice. La sua netta ideologia personale suggerirebbe di no, farebbe pensare ad un solitario “pensatore”. Ma si continua ad indagare, e queste ore dovrebbero riservare ulteriori scoperte.
A far pensare ad un complice, sarebbero le testimonianze. I sopravvissuti presenti durante la strage che è costata in tutto 92 vittime. Intanto, però, ancora cinque persone non rispondono all’appello, e risultano tuttora disperse. Breivik, ad ogni modo, sarebbe stato inquadrato come personalità vivamente anti islamica, politicamente simpatizzante di destra. Anni fa, a quanto pare, faceva anche parte di un partito: il “Partito del Progresso”, di estrema destra conservatrice. L’attentato duplice, avvenuto al centro di Oslo e sull’isola di Utoya, ancora è oscuro per molti punti, soprattutto per quanto riguarda quello che è avvenuto nella capitale. Sull’isola di Utoya invece, i testimoni raccontano di come Breivik abbia ucciso molti ragazzi uno dopo l’altro, i quali si trovavano tutti insieme a causa di un campo estivo organizzato dai giovani del partito laburista. Il 32enne attentatore si è presentato vestito da agente di polizia, dicendo che si trattava di un controllo di routine dovuto agli incrementi della sicurezza causati dall’attacco di Oslo. Con questa scusa ha sorpreso e freddato i giovani del campo estivo.
La famiglia reale ed il Premier manifestano cordoglio. Incontrano i sopravvissuti ed i parenti delle vittime, le persone maggiormente di rilievo della politica norvegese. Impegni ufficiali che devono dare un segno forte al Paese. Il premier Jens Stoltenberg definisce “eroi” tutti i sopravvissuti, a motivo del trauma psicologico dal quale ora sono tenuti ad uscire. Inoltre ha sottolineato come molti di loro abbiano dato prova di coraggio durante l’evento inaspettato, soccorrendo le persone vicine. Stoltengerg ha anche dichiarato che le indagini sono condotte non solo dalle autorità norvegesi, ma si stanno appoggiando anche alle agenzie di intelligence straniere, per arrivare alla fonte della vera causa della strage, che potrebbe risiedere anche in motivazioni di carattere internazionali e non soltanto, chi lo sa, nel gesto inconsulto di un folle.
S. K.