New York, 823 matrimoni gay. E in un solo giorno, il primo. Dal 24 giugno scorso i matrimoni tra omosessuali sono contemplati dalla legge dello Stato di New York, il sesto negli USA a permettere le nozze gay. La legge, che diventa effettiva dopo 30 giorni, ha dato il via libera alla celebrazione delle unioni legalmente riconosciute tra persone dello stesso sesso , non senza qualche polemica. In ogni caso dalla mezzanotte di ieri in poi, un pacifico esercito di coppie si è pazientemente messo in fila davanti al Municipio newyorkese, in attesa di poter essere sposati. I primi in assoluto, hanno uffcializzato la loro unione davanti alle cascate del Niagara, poco dopo la mezzanotte. Si chiamano Kitty Lambert e Cheryle Rudd. Due nonne, che insieme contanto ben 12 nipoti.
Si alza dalle sedia a rotelle. I primi che ad aver celebrato il loro matrimonio nella centralissima Manhattan sono stati due ultrasettantenni, conviventi da ben 23 anni. Phillys Siegel (76) e Connie Kopelov (84), quest’ultima giunta sul posto in sedia a rotelle, dalla quale si è alzata per pronunciare il suo fatidico a sospirato “sì”. La recente approvazione della legge che permette i matrimoni gay nello Stato di New York s’inserisce nella lunga lotta dei diritti degli omosessuali. Questi ultimi hanno ovviamente accolto la novità come una grande vittoria, ma la battaglia potrebbe non essere finita qui.
Chiesto un referendum. Contestualmente alla lunga fila di innamorati, vicino al Municipio di New York si è radunata anche una folta folla di contestatori. Questi ultimi hanno chiesto un referendum popolare sul tema, sostenendo che i newyorkesi abbiano il diritto di decidere se lo Stato in cui vivono debba o meno permettere a persone dello stesso sesso di sposarsi. Una contestazione che potrebbe avere anche ripercussioni legali. Alla votazione in Senato si espressero favorevoli in 33, contro i 29 contrari. L’unico democratico a votare no è stato Ruben Diaz, che ha annunciato che, assieme ad altri, tenterà di far annullare tutte le unioni. Dure proteste anche contro il governatore che ha firmato la legge, Andrew Cuomo, per il quale qualcuno avrebbe chiesto anche la scomunica.
A.S.