Ricattavano sacerdoti gay su Facebook, arrestati

Diego Caggiano, 35 anni, di Tornimparte (L’Aquila) e Giuseppe Trementino, di 30, di Bagnoli del Trigno (Isernia) sono stati arrestati questa mattina all’alba su disposizione della magistratura di Lagonegro con l’accusa di estorsione aggravata e continuatra ai danni di due sacerdoti. Secondo quanto emerso dalle indagini, i due uomini, dopo aver scoperto alcune relazioni omosessuali fra almeno 12 sacerdoti – che svolgono il loro ministero in Emilia-Romagna, Lazio, Molise, Puglia e Sicilia – li ricattavano, chiedendo, in cambio del loro silenzio, decine di migliaia di euro.

Adescavano i sacerdoti su facebook – Secondo quanto ricostruito dalla magistratura di Lagonegro, i due estorsori individuavano i sacerdoti attraverso il social network ‘facebook‘, poi chiedevano loro l’amicizia ed, una volta conquistata la fiducia dei preti, riuscivano a carpirne le confidenze più intime che utilizzavano, successivamente, per ricattarli. All’inizio le richieste di denaro erano piuttosto basse, tra i 100 ed i 200 euro, ma a poco a poco i due uomini erano diventati sempre più ‘esigenti’, ed avevano cominciato a chiedere alle vittime migliaia di euro. I sacerdoti, interrogati, avrebbero ammesso di aver avuto rapporti su facebook con i due indagati i quali, per adescarli, creavano profili ad hoc in cui si fingevano omosessuali: alcuni di essi, però, avrebbero detto di non aver mai ricevuto richieste di denaro. I ricatti dei due estorsori erano basati soltanto sulle ‘confidenze’ fatte dagli stessi sacerdoti sul social network; non ci sarebbero né foto né filmati che li ritraggano in atteggiamenti espliciti.

La denuncia di un sacerdote – A denunciare l’accaduto è stato proprio un sacerdote di Isernia che aveva ricevuto una telefonata minatoria da Caggiano e Trementino da Maratea. Al momento, comunque, soltanto uno dei 12 sacerdoti, tutti di età compresa tra i 40 ed i 50 anni, risulta avere ceduto al ricatto, pagando i due uomini attraverso un vaglia postale; per gli altri, invece, sono ancora in corso gli accertamenti dei carabinieri. I controlli, però, sarebbero ancora incompleti, poiché alcuni dei sacerdoti implicati nella vicenda si trovano fuori dai loro abituali luoghi di residenza; ad ogni modo, il prete che ha sporto la denuncia, ha dichiarato di essere a conoscenza di almeno altri due casi di estrosione.

La “rete” di ricatti è stata ricostruita dai carabinieri grazie alle perquisizioni fatte nell’abitazione dei due estorsori, che vivevano a Bagnoli del Trigno (Isernia) e che sono ora rinchiusi nel carcere di Ponte San Leonardo.

Francesca Theodosiu