I pubblici ministeri della Procura di Teramo,Davide Rosati e Greta Aloisi, hanno incontrato ieri mattina gli agenti del comando provinciale dei carabinieri, diretti dal capitano Nazario Giuliani, per fare il punto circa le indagini relative all’omicidio di Melania Rea, la ventinovenne trovata morta a Ripe di Civitella, nel teramano. L’intenzione dei magistrati sembra essere quella di adottare nuove iniziative investigative da seguire nell’ambito dell’inchiesta, alla luce degli ulteriori elementi emersi dalle ultime analisi effettuate dai Ris di Roma. Proprio qualche giorno fa, infatti, i pm si erano recati presso il comando di Tor di Quinto per verificare gli accertamenti compiuti dal Reparto Scientifico dei carabinieri fino a questo momento, in attesa che venga depositata la relazione definitiva su tutti i reperti raccolti.
Attesa richiesta di arresto per Salvatore – E’ attesa per le prossime ore un’altra richiesta di custodia cautelare per Salvatore Parolisi, marito di Melania ed unico sospettato dell’omicidio, attualmente detenuto in isolamento nel carcere di Marino del Tronto. Sembra, infatti, che la determinazione dei magistrati teramani segua le strade già percorse dalla Procura di Ascoli, da cui i fascicoli relativi all’inchiesta sono stati ereditati: ad uccidere Melania, secondo gli inquirenti, sarebbe stato proprio il marito, poiché sussisterebbero «gravi e concordanti» indizi di colpevolezza che ricondurrebbero a lui. Qualora il gip di Teramo dovesse confermare l’arresto del caporalmaggiore, i legali dell’uomo, gli avv. Valter Biscotti e Nicodemo Gentile, ricorreranno al Tribunale del Riesame per ottenerne la scarcerazione.
Telefonista testimone chiave – Intanto i carabinieri continuano a rimarcare la necessità che si faccia viva la persona che chiamò il pomeriggio del 20 aprile per denunciare il ritrovamento del cadavere di Melania nel bosco delle Casermette. Secondo un profilo approssimativo tracciato dagli inquirenti, si tratterebbe di un uomo di circa cinquant’anni residente nella provincia di Teramo, come si evince dall’inflessione della sua pronuncia. La testimonianza dell’uomo potrebbe rivelarsi di fondamentale importanza, sopratutto per ottenere ulteriori informazioni circa il momento in cui venne operato il depistaggio, attraverso il vilipendio del corpo senza vita della donna. Ci si chiede, inoltre, se, l’uomo non si faccia avanti per paura, poiché potrebbe aver assistito a qualcosa, o se, addirittura, possa essere implicato nell’omicidio.
Francesca Theodosiu