Il Pie’ di marmo torna a risplendere nella Capitale

Il Pie’ di marmo torna nel centro storico della capitale, dopo il restauro realizzato dall’assessorato alle politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale e dal Fai – Fondo Ambiente Italiano, grazie al sostegno di Impresa Sanpaolo. «Un restauro rapido ma completo, che rimette in luce uno dei luoghi simbolo della romanità e non solo – ha dichiarato Dino Gasperini, assessore alle Politiche Culturali e Centro Storico, durante la cerimonia di inaugurazione -. Non è un caso che il Pie’ di marmo sia stato votato come uno di quei luoghi che meglio trasferiscono l’immagine di Roma. Monumenti di primaria importanza».

Icona della città – Un vero e proprio simbolo della città votato nel 2010 come opera più rappresentativa fra le “piccole icone” di Roma nell’ambito della quinta edizione de “I Luoghi del Cuore”, il censimento nazionale dei luoghi da non dimenticare realizzato dal FAI in collaborazione con Intesa Sanpaolo. «Il censimento – ha spiegato Sofia Bosco, direttore della Sede di Roma e dei rapporti istituzionali del Fai – è un inventario che la gente fa dei luoghi e oggetti d’arte per lei più preziosi. Si sta trasformando in una maniera democratica, popolare, spontanea e forte di partecipazione e manda segnali riguardo la conservazione di quanto abbiamo di più bello in Italia».

Restauro – Le vicissitudini storiche e il deterioramento dei materiali esposti all’aperto hanno col tempo degradato notevolmente l’opera ed il suo basamento, scolpiti in un unico blocco di marmo. Il piede, fratturato in due parti, è stato rimontato in passato con una vistosa integrazione che ne ha seguito la forma. Le superfici risultavano molto erose e contrassegnate da punti bianchi causati da urti e maltrattamenti subiti nel tempo. Anche il basamento in mattoni e la semicolonna erano piuttosto danneggiati. I lavori di restauro, che hanno restituito al Pie’ di marmo il suo antico splendore, rientrano in un progetto iniziato due anni e mezzo fa con altri monumenti, come Madama Lucrezia, Abate Luigi, Pasquino, Facchino, e sono frutto di una sinergia non solo economica ma anche di studio e ricerca.

Valentina De Simone