Melania, esiste un complice? Ecco i movimenti di Parolisi dopo la scomparsa

Continua a far discutere l’ipotesi secondo cui Salvatore Parolisi, l’unico indagato per l’omicidio della moglie Melania Rea, potrebbe aver usufruito dell’aiuto di qualcuno che si sarebbe reso protagonista della messinscena atta a modificare la scena del delitto con il chiaro intento di depistare le indagini degli investigatori.
Quanto trovato dalle forze dell’ordine nel bosco delle Casermette a Ripe di Civitella (Te) lo scorso 20 aprile sarebbe dunque non il risultato naturale, seppur incredibilmente tragico, degli eventi ma il frutto di una serie di azioni compiute ad hoc. I sospetti, come è risaputo, si presentarono già all’indomani dell’omicidio: la siringa conficcata su un seno della vittima e la svastica incisa sulla coscia, proprio nel giorno in cui ricorreva l’anniversario della nascita di Adolf Hitler, sembrarono subito essere due elementi avulsi dal resto del contesto.
La conferma è giunta poi dagli esami autoptici: l’anatomopatologo Adriano Tagliabracci ha stabilito con certezza che sul corpo di Melania qualcuno ha infierito a distanza di diverse ore dal delitto con una seconda serie di coltellate inferte con un’arma diversa da quella usata per l’assassinio. Queste ultime azioni si sarebbero svolte poco prima del ritrovamento del cadavere. Può Parolisi aver avuto il tempo di ritornare indisturbato sulla scena del delitto mentre le forze dell’ordine erano impegnate nella ricerca di Melania? O ad agire nel bosco delle Casermette fu qualcun altro?

Gli spostamenti – Dalle indagini è emersa questa ricostruzione circa i movimenti compiuti da Parolisi nei giorni successivi alla denuncia della sparizione della moglie:  la notte tra il 18 e il 19 aprile Salvatore dorme con il fratello del suocero nella casa dove abitava con la moglie Melania a Folignano. Il 19 aprile, quando Melania è ormai morta, chiama al cellulare la sua amante Ludovica Perrone.
Sono le 8:17 e la donna non risponde.
Alle 11 Parolisi esce da casa dicendo che è diretto in caserma; non vuole essere accompagnato da nessuno.
Alle 11:21 riprova a chiamare Ludovica, lei risponde e i due parlano fino alle 11:46.
Dalle 13:30, poi, secondo la testimonianza di un suo collega, il caporalmaggiore dell’esercito è in caserma, dove resterà fino alle 19. Alle 15:10 Parolisi telefona all’amica del cuore di Melania, Imma. Alle 16:01 c’è la cancellazione dell’amicizia con Ludovica su Facebook.
Dal tardo pomeriggio e fino alle 22 è al pianoro di Colle San Marco. Lo stesso militare che ha trascorso con lui la mattinata riferisce che, insieme, restano sul luogo della ‘scomparsà di Melania fino a dopo la mezzanotte. Quella stessa notte Parolisi gli dice che desidera dormire in caserma, ma il collega lo convince a tornare a casa, dato che la bambina, Vittoria, era stata tutta la giornata con i nonni. Parolisi ripete il proprio desiderio a un altro collega, ma anche questo lo convince a tornarsene a casa dicendogli che alla ‘Clementi’ quella sera non c’è posto per alloggiarlo. Così Salvatore trascorre la notte tra il 19 e il 20 a casa sua, insieme ai parenti di Melania.
Il 20 aprile si svegliano alle 6:30. Dopo poche ore il cadavere di Melania sarebbe stato ritrovato.

S. O.