Nuova richiesta d’arresto per Salvatore Parolisi, accusato di aver ucciso la moglie Melania Rea lo scorso 18 aprile a Ripe di Civitella, in provincia di Teramo. I documenti sono stati depositati nel tardo pomeriggio di ieri all’ufficio del gip di Teramo, Giovanni Cirillo.
La richiesta è stata firmata dal procuratore capo Gabriele Ferretti e dai sostituti procuratori Davide Rosati e Greta Aloisi.
Starà adesso al giudice per le indagini preliminari accogliere o meno la richiesta. La sensazione diffusa però è quella che ben presto il caporalmaggiore del 235° Reggimento Picento riceverà la nuova ordinanza di custodia in carcere. Cirillo avrà tempo fino al prossimo 7 agosto per decidere sul da farsi, ma non è da escludersi che il parere venga espresso già nelle prossime ore.
Complice – Nell’attesa che venga presa una decisione, Parolisi rimane comunque dietro le sbarre del carcere di Marino del Tronto ad Ascoli Piceno come disposto dall’ordinanza di custodia cautelare decisa dalla procura di Ascoli negli scorsi giorni.
Le indagini sul giallo di Ripe, però, sembrano destinate comunque a proseguire con l’intento di fare chiarezza non solo sulla supposta colpevolezza del marito della vittima, ma anche sulla possibile esistenza di un complice che potrebbe essere entrato in azione al momento di attuare il depistaggio.
Oramai pare essere certo: qualcuno tornò sulla scena del delitto diverse ore dopo per tentare di mischiare le carte, inserendo elementi estranei alla dinamica dell’aggressione. La presenza di una siringa sotto il seno di Melania e la svastica incisa sulla coscia apparvero subito come gesti che nulla avevano avuto a che vedere con l’aggressione. Stabilire chi è stato non è facile: i movimenti di Parolisi, nelle ore successive alla scomparsa della moglie, sono stati quasi tutti ricostruiti e nello stesso momento sarebbe stato troppo rischioso per il caporalmaggiore andare a Civitella senza essere visto.
Cosa successe allora nel Bosco delle Casermette tra il 19 e il 20 aprile scorso?
S. O.
