Silvio Berlusconi si pronuncia in materia di Ministeri da trasferire al Nord. Ieri mattina, in apertura dei lavori del Consiglio dei Ministri, il Premier si è pronunciato dando il suo appoggio alle parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in merito al trasferimento al Nord di alcuni Ministeri italiani, caldeggiato e fortemente voluto dalla Lega. Secondo il Presidente sarebbe addirittura incostituzionale auspicare questo, e la coraggiosa posizione con cui Napolitano taglia la testa al toro ha risollevato non poco, a quanto pare, Berlusconi dalla non facile posizione tra incudine e martello. Da una parte, infatti, la Lega lo premeva attendendosi qualche appoggio, mentre dall’altra la questione dei Ministeri al Nord stava rischiando di far vacillare ancor di più la popolarità in calo del presidente del Consiglio. Cogliendo l’opportunità di far contenti tutti senza vedersi accusato in prima persona riguardo la non facile posizione da prendere, Berlusconi si è pronunciato, come si legge nel comunicato ufficiale diffuso da palazzo Chigi, mantenendo “un pressante invito a tenere in debito conto le osservazioni formulate dal presidente della Repubblica sulle recenti istituzioni di sedi periferiche di strutture ministeriali ed ha quindi chiesto a tutti i ministri di tenere comportamenti conseguenti”.
Umberto Bossi: “I Ministeri resteranno dove sono”. Dal canto suo il leader della Lega si era pronunciato in tono sarcasticamente rassicuratorio nelle ultime ore, misconoscendo addirittura l’autorità del Presidente. “Napolitano non si preoccupi, i Ministeri li abbiamo fatti e li lasciamo lì, ma siamo convinti che il decentramento sia non solo una possibilità ma anche un’opportunità del Paese”, sono state le parole di Bossi. L’interessamento diretto di Napolitano riguardo la questione ha avuto inizio già due giorni fa, quando il Presidente ha rivolto al governo una lettera in cui chiedeva un resoconto sul del dibattito che sta riguardando il decentramento dei ministeri. Questo è avvenuto in seguito al primo trasferimento ministeriale: ben tre sedi distaccate sono state inaugurate la scorsa settimana a Monza, cosa che non ha mancato, ovviamente, di suscitare sia entusiasmi che polemiche tra le più allarmate.
La lettera di Napolitano al Cdm. “Ritengo – si legge nella lettera di Napolitano – che l’autorizzazione ad una eventuale diversa allocazione di sedi o strutture operative, e non già di semplice rappresentanza, dovrebbe più correttamente trovare collocazione normativa in un atto avente tale rango, da sottoporre alla registrazione della Corte dei Conti per i non irrilevanti profili finanziari, come affermato dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 221 del 2002. Peraltro l’apertura di sedi di mera rappresentanza costituisce scelta organizzativa da valutarsi in una logica costi-benefici che, in ogni caso, dovrebbe improntarsi, nell’attuale situazione economico-finanziaria, al più rigido contenimento delle spese e alla massima efficienza funzionale. Tutt’altra fattispecie, prevista dalla stessa Costituzione e da numerose leggi attuative, è quella della esistenza, storicamente consolidata, di uffici periferici (come ad esempio i Provveditorati agli studi e le Sovraintendenze ai beni culturali e ambientali), che non può quindi confondersi in alcun modo con lo spostamento di sede dei Ministeri; spostamento non legittimato né dalla Costituzione che individua in Roma la capitale della Repubblica, né dalle leggi ordinarie”.
Legittime e costituzionali, dunque, secondo il presidente della Repubblica, alcune sedi distaccate, contrariamente al caso dello spostamento di interi ministeri.
S. K.