Newnotizie intervista Lorenzo Kruger dei Nobraino

Intervista ai Nobraino. C’era anche Newnotizie, ieri sera alle Cantine Lazzaro di Grottaglie (trovate qui le foto), ad ascoltare la buona musica dei Nobraino, band romagnola ai vertici dell‘indie rock italiano. Lorenzo Kruger, leader del gruppo, ha risposto in esclusiva per i nostri lettori ad alcune domande. Ecco, di seguito, l’intervista.

Non è la prima volta che vi esibite in Puglia, dove peraltro potete contare su un vasto seguito. Cos’è che vi lega a questa terra?

Innanzitutto, bisogna dire che il pubblico pugliese è stato più precoce di altri. Poi non so se c’è anche un’affinità “adriatica”. Ogni volta è un viaggio fluido per noi, proprio perché c’è tutta una serie di cose che ci rende abbastanza vicini. La Puglia negli ultimi anni ha avuto un movimento abbastanza interessante, un vero fermento, per cui ci si va volentieri in posti così. Il pubblico è affezionato alla nostra band, soprattutto in determinate zone, ad esempio nel brindisino, dove abbiamo rilevato un forte entusiasmo nei nostri confronti. Qui, come in Campania o in Sicilia, nonostante i posti e i pubblici siano completamente diversi, c’è un calore che al Nord non troviamo.

Venite da Riccione, patria del vacanziere kitsch e spendaccione, un ambiente che mal si concilia coi vostri testi carichi di umanità, a tratti dolente. Ribellione o, piuttosto, voglia di abbattere un odioso cliché?

Sì, abbiamo cercato di reagire un po’ al decadimento. Riccione ha preso una deriva che non condivido molto e sicuramente io e i Nobraino in generale abbiamo reagito un po’ agli stili culturali di quella zona. Ad ogni modo, a livello di sentimento romagnolo, noi siamo ancora attaccati al nostro territorio e forse è anche per questo che ci permettiamo di avere atteggiamenti più critici. Nobraino è una reazione non tanto a Riccione, quanto alla musica italiana in generale, perché ci piace sentirci parte di un qualcosa che cerca di migliorare.

Vi siete recentemente aggiudicati il premio XL ‘Nuova musica italiana’ come miglior band e il Premio Speciale Mei per il miglior tour dell’anno. Segno che in Italia c’è ancora spazio per chi, come voi, fa della buona musica indipendente?

Innanzitutto dire che i Nobraino siano indipendenti per scelta non è corretto, non fa capire che un indipendente vorrebbe comunque essere in qualche modo mainstream, ma non aderisce alle logiche che vengono utilizzate dalla vecchia discografia solo perché sono bieche e animate da personaggi di dubbia capacità. E’ un’industria discografica assai industria e pochissimo discografica. Una volta, per contro, c’erano personaggi molto più illuminati, che facevano gli editori, i produttori, i promoter. Per cui non si aderisce a questo modello per il semplice motivo che è quasi impossibile trovare questi interlocutori stimolanti, altrimenti tutti i musicisti vorrebbero che la propria musica diventasse universale. Io non sono un fanatico della libertà. Se trovassi un produttore o un editore illuminato che mi ispira o mi propone delle sfide nuove, accetterei volentieri. Siamo indipendenti sì, ma mi auguro che tutto continui a crescere.

Cosa ci dici di Giorgio Canali (ex CCCP), che proprio l’anno scorso ha prodotto il vostro album ‘No Usa! No Uk!’?

Giorgio è un personaggio di livello, penso che nella scena italiana sia uno dei più autentici rocker. Di certo non fa rock Ligabue.

C’è un concerto a cui siete più legati?

Te lo saprei dire se tutti i concerti dei Nobraino fossero uguali. Forse una delle poche regole che ci diamo è di fare concerti sempre diversi e cercare sempre di divertirci e distrarci. Son successe cose bellissime in posti con dieci persone, piuttosto che in concerti dei Nobraino in cui si era in sei-settecento.

Si dice che la crisi delle arti rispecchi quella di un Paese. Ebbene, musica e cinema vivono da sempre in Italia una crisi strutturale. Qual è il tuo commento sull’attuale situazione nel mondo dello spettacolo?

Penso che un’economia che sta fallendo riesce a mettere in grossa crisi l’intero reparto culturale, ma sono anche convinto che artisti giovani sono capaci di reagire e dare uno stimolo per ripartire. La prima vittima della crisi è sicuramente il settore dello spettacolo, perché effettivamente la gente smette di comprare un disco piuttosto che acquistare un vestito o far riparare l’auto dal meccanico.  Il settore cultura è il primo a soffrire, però, per paradosso, è anche quello che può dare più stimoli per un’eventuale ripresa degli animi.

Un’ultima battuta?

Prrr…

Intervista a cura di Raffaele Emiliano. Foto di Giusi Taurisano, in esclusiva per Newnotizie.

Si ringrazia Lorenzo Kruger, cantante dei Nobraino, per la cortese disponibilità.