Nuovi elementi sono spuntati in queste ultime ore ad aggiungere qualche tassello all’intricato caso dell’omicidio di Melania Rea, la ventinovenne originaria di Somma Vesuviana trovata morta nel teramano il 20 aprile scorso. E, stavolta, questi indizi andrebbero a corroborare la posizione, fortemente compromessa, di Salvatore Parolisi, marito della vittima, attualmente in carcere con l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato.
Legali al contrattacco – La sagoma di un’auto scura in una delle foto scattate sul Pianoro di Colle San Marco il pomeriggio del 18 aprile ed alcuni capelli trovati sul corpo di Melania che sembrerebbero non appartenere alla vittima: i difensori di Parolisi, gli avvocati Valter Biscotti e Nicodemo Gentile, non si sono fatti sfuggire l’occasione di utilizzare questi nuovi elementi per cominciare a scardinare, punto punto, l’intero impianto accusatorio, con l’intenzione di dimostrare che Melania fu uccisa per mano di una donna e non del marito, come sostenuto dalla Procura di Ascoli Piceno e portato avanti da quella di Teramo. E ad avvalorare la tesi dei due legali, anche il parere di un illustre criminologo, Alessandro Meluzzi, intervistato ieri ad Ascoli, dove sta lavorando in qualità di consulente di parte di Katia Reginella, la mamma del piccolo Jason, scomparso da Folignano un mese fa. Secondo lo psichiatra «Più che un omicidio commesso da un marito, per la dinamica dell’aggressione sembra più un regolamento di conti fra donne», poiché «Le coltellate inferte in maniera disordinata fanno pensare a una mano femminile». Inoltre Meluzzi ha ritenuto «poco probabile» l’ipotesi formulata dagli inquirenti secondo cui Melania, nel Bosco delle Casermette, si sarebbe abbassata spontaneamente pantaloni, collant e slip per offrirsi sessualmente al marito che, approfittanto di questo momento di ingenuità della donna, l’avrebbe colpita alla schiena.
La decisione del Gip – Intanto la Procura di teramo ha aggiunto un’altra contestazione alla richiesta di carcerazione di Salvatore Parolisi, che contribuisce ad aggravarne la posizione: secondo i pm di Teramo, infatti, l’uomo avrebbe «profittato di circostanze di tempo, di luogo o di persona, tali da ostacolare la pubblica o privata difesa», ovvero, Melania sarebbe stata aggredita mentre era accovacciata per terra, forse nell’atto di fare pipì, in una posizione in cui non le era consentito difendersi. Secondo indiscrezioni, tra qualche ora potrebbe essere depositata la decisione del gip Giovanni Cirillo sulla richiesta di un nuovo arresto per Parolisi: in ogni caso, il gip dovrebbe pronunciarsi entro venerdi e stabilire, qualora dovesse decidere di confermare l’arresto, anche una data per l’interrogatorio di garanzia. Ieri mattina, intanto, il pm Davide Rosati ha effettuato un nuovo sopralluogo a Ripe di Civitella, dove il corpo senza vita di Melania Rea fu ritrovato.
Francesca Theodosiu