SBK, anche Yamaha si ritira dal mondiale

SBK, Yamaha lascia – La notizia era tutt’altro che attesa, portando nel caos e preoccupazione tutto il mondo delle derivate di serie. Dopo il doloroso abbandono del team ufficiale Ducati, anche la Yamaha ha deciso di seguire questa strada ritirando, a partire dal 2012, la sua struttura in Superbike. Decisione ufficializzata tramite un comunicato, un repentino cambio di strategia per la casa giapponese strettamente collegato con la grave crisi economica. E’ infatti in corso una “…revisione strategica completa delle operazioni di marketing in Europa tra cui tutte le attività Motorsport e tiene conto della grave continua e rapida evoluzione del mercato delle due ruote. A causa di questa decisione più risorse e attenzioni verranno ora utilizzate verso i clienti così da poter aumentate la loro soddisfazione”

Melandri nei guai – Teoricamente quindi il simbolo dei tre diapason non dovrebbe completamente sparire dalla griglia di partenza, bensì rimanere attraverso squadre private proprio come ha fatto quest’anno la casa di Borgo Panigale (con ottimi risultati visto il titolo sempre più vicino di Checa). Il problema però è che attualmente vi sono solo due moto Yamaha iscritte al campionato, e sono quelle del team gestito proprio dalla casa madre. Attualmente quindi non vi è nessuna R1 iscritta al prossimo campionato, gettando nel baratro non solo tutti i bravissimi tecnici e manager ma anche i piloti. Laverty e Melandri improvvisamente sono senza posto nonostante le vittorie e podi conquistati in questi mesi, il tutto poco dopo l’annuncio di Marco di volere restare con questo team anche l’anno venturo, alla ricerca di una stabilità e continuità lavorativa messa ora a serio rischio e pericolo.

Futuro incerto – Il comunicato, oltre ai soliti e dovuti ringraziamenti a persone e società coinvolte, giustifica questa “…tempistica dell’annuncio per assicurare che tutti gli obblighi esistenti siano correttamente rispettati e non limitare le opportunità o la pianificazione futura per tutto il personale coinvolto” Ovvero tutti avranno il tempo necessario per guardarsi intorno e pianificare un nuovo impiego o ruolo. Ma adesso che cosa succederà? In attesa dei commenti dei protagonisti, non resta che sperare nel team ParkinGO attualmente militante in Supersport. La voglia di compiere il grande balzo vi è e loro potrebbero essere la valida alternativa in grado di tenere alto il nome della casa giapponese. Purtroppo tutto si è fatto tremendamente incerto e bisognerà aspettare il lento evolversi della situazione. A quanto pare si sta davvero tornando indietro nel tempo, quando la SBK era in mano solo a strutture private e il nome “ufficiale” era poco più di una utopia. Purtroppo o per fortuna.

Riccardo Cangini