Gli onorevoli potranno – dovranno? – riempire valigie di dimensioni inferiori a quelle preventivate per le imminenti ferie estive. All’indomani della polemica circa la lunghezza del riposo – meritato? – di cui i deputati avrebbero goduto per loro stessa decisione, la Conferenza dei capigruppo riunita dal presidente della Camera Gianfranco Fini ha stabilito che i lavori di uno dei due rami del Parlamento dovranno riprendere con una settimana di anticipo. Non più il 12 settembre, bensì il 6. I membri delle varie commissioni, invece, dovranno essere attivi già a partire dal 29 agosto. Anche in questo caso la riduzione è stata di sette giorni.
Crisi sotto l’ombrellone – Il passo indietro deciso quest’oggi è da intendersi come una mossa quasi dovuta da parte dei parlamentari, specialmente considerato il delicato momento che il Paese sta vivendo con una crisi economica che, nonostante periodicamente venga indicata come quasi superata, continua a tenere in apprensione per le ripercussioni che potrebbe avere a breve. Con la Borsa che continua a registrare record negativi, immaginare i deputati stesi al sole fino a settembre ampiamente iniziato non sarebbe stato il metodo migliore per scacciare i fantasmi.
Ad horas – E’ stata questa l’espressione utilizzata dal portavoce del presidente della Camera per sottolineare la massima disponibilità da parte di Fini a convocare in qualsiasi momento di questo mese l’assemblea qualora le circostanze lo richiedessero: “Fini è pronto a convocare la Camera ad horas in qualunque momento, anche a Ferragosto“, ha detto Fabrizio Alfano.
Il presidente Fini, ieri duramente criticato per non aver avanzato per tempo alcun appunto riguardo alla decisione presa dalla Conferenza dei capigruppo, si sarebbe lasciato andare anche a una precisa riflessione: “Quando si commette un errore è sempre meglio tornare sui propri passi invece che perseverare“.
L’estate sta finendo? Ancora è presto per dirlo, ma per i deputato – una volta tanto – durerà un po’ meno.
S. O.
