Roma – Berlusconi sarà alle 15 a Montecitorio e alle 17.30 sarà al Senato.
Bersani: “Dovevano ascoltarci in questi tre anni, non chiederci ora collaborazione”. Di Pietro: “Andiamo alle urne”. Le preoccupazioni di Napolitano.
Napolitano preoccupato – Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha manifestato nella giornata di ieri la sua preoccupazione per la situazione economica.
“Seguirò il dibattito, nell’attuale momento la parola è alle forze politiche, di governo e di opposizione, chiamate a confrontarsi con le parti sociali sulle scelte da compiere per stimolare decisamente l’indispensabile crescita dell’economia e dell’occupazione, a integrazione delle decisioni sui conti pubblici volte a conseguire il pareggio di bilancio nel 2014“, ha riferito ieri il presidente.
E ha incontrato al Quirinale il governatore della Banca d’Italia e futuro presidente della Bce, Mario Draghi.
Berlusconi oggi in aula – Berlusconi sarà prima alla Camera e poi al Senato. I temi sono già stati discussi nel vertice di maggioranza a Palazzo Grazioli. Il suo discorso però è stato rinviato a dopo le 17,00 quando la Borsa chiuderà.
Secondo le prime indiscrezioni, Berlusconi parlerà della solidità del governo, dell’economia e del sistema bancario italiano.
Poi, in un altro passaggio del discorso, lancerà un appello alle parti sociali per avviare un confronto per ammodernare il mercato del lavoro. Forse potrebbe fare un accenno alla riforma dello statuto dei lavoratori sulla quale il governo ha già predisposto una bozza.
L’opposizione all’attacco – Bersani chiede espressamente al governo “di smetterla di raccontare favole”. “Io non sono molto fiducioso, ma se devo metterci una piccola speranza è che almeno stavolta ci sia un’analisi veritiera e che non si racconti la solita favola. Per noi questa è la premessa. Basta con questa giaculatoria che l’opposizione deve proporre. Cosa vuoi collaborare se sono tre anni che il governo dice che andiamo meglio degli altri e non si accorge che perdiamo il triplo degli altri. Se uno comincia a ragionare allora si può discutere. Dovevano ascoltarci in questi tre anni, non chiederci ora collaborazione“.
Di Pietro invece torna a chiedere le dimissioni del governo mentre il Terzo Polo torna a chiedere misure reali e “non le solite chiacchiere”.
Matteo Oliviero