La cronaca italiana rischia di ritrovarsi tra le pagine – fatto che di certo non spiacerà a certe testate – l’ennesimo giallo di un anno che, conti alla mano, fino ad oggi ha visto tanti omicidi avvolti nel mistero e il più delle volte ancora in attesa di una soluzione.
Ieri nei boschi di Rivalba, in provincia di Torino, è stato ritrovato il cadavere del trentaquattrenne Paolo Pilla di cui si erano perse le tracce sabato scorso quando, dopo aver comunicato alla madre di avere impegni di lavoro, è uscito di casa senza mai più farvi ritorno.
Pilla, che lavorava come tecnico informatico e il cui passato era stato segnato da qualche precedente penale per piccoli reati contro il patrimonio, è stato trovato sotto terra in una fossa poco profonda e ricoperto da un cumulo di terriccio. Da esso affioravano soltanto piccoli lembi degli indumenti indossanti dalla vittima.
Ex convivente – Il cadavere è stato ritrovato da Emanuela, la donna trentaseienne da cui Pilla aveva avuto tre anni fa un figlio, poco distante dalla casa che l’uomo aveva acquistato a Rivalba non molto tempo addietro.
I primi rilevamenti fatti dal personale che è accorso sul posto hanno portato a ipotizzare le cause della morte nel colpo che avrebbe investito il trentaquattrenne sulla parte destra del capo, procurandogli una ferita di alcuni centimetri di ampiezza.
Una vicina di casa di Pilla ha dichiarato ai familiari della vittima di averlo visto il giorno stesso della scomparsa, ovvero sabato scorso, insieme a due uomini nella residenza di Rivalba. Nessuna indiscrezione sulle identità dei due, per il momento. Come informa una nota di Adnkronos si sono conclusi “i primi rilievi medico-legali sul corpo” e adesso “il corpo è stato portato alla camera mortuaria dell’ospedale di Chivasso (To) ed è a disposizione della Procura di Torino“.
S. O.