SBK, tutto da rifare – Il 2011 doveva e pareva essere l’anno buono. Il mondiale era sempre più lontano, causa binomio Checa-Ducati a tratti imbattibile, ma per Melandri non era questione solo e soltanto di trofei e titoli in bacheca. Ciò che più li premeva era il riassaporare la più pura gioia nel correre, la felicità di una curva impostata alla perfezione, l’ebrezza del sorpasso in staccata, la concentrazione nel recuperare secondi di gap. Tutto terribilmente perso nel motomondiale, diventato col tempo una prigione causa regole ferree e scommesse più volte perse. Debuttare quindi dalle derivate di serie con un team nuovo e competente, ennesima e nuova parentesi più che positiva, sino ad un freddo comunicato ufficiale in grado di spezzare tutto. Cinicamente.
Melandri distrutto – Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Marco non nasconde l’amarezza, ritornando improvvisamente in un tunnel buio: “Emotivamente sono distrutto. Troverò un’altra moto, ma finalmente mi sentivo a casa. E’ un po’ come essere lasciato dalla ragazza” Confessa “Ero appena rientrato a casa dall’Inghilterra e mi sono messo un po’ a riposare. Dopo un’ora mi sono svegliato e ho trovato tre chiamate sul mio cellulare, il mio manager, Dosoli e Koerkamp. Ho capito subito che qualcosa non andava” A riprova del fatto che la scelta della casa madre di ritirare la sua struttura ufficiale era tutto tranne che attesa. Un duro colpo per pilota, ingegneri e meccanici, improvvisamente sul mercato dopo mesi passati con la ferma convezione di rimanere legati con la casa dei tre diapason.
Nuove offerte – Nei giorni scorsi il ravennate aveva confessato l’intenzione di rimanere in SBK con questo team ed invece: “Nel giorno in cui avremmo dovuto annunciare ufficialmente il mio rinnovo, mi sono trovato seduto per terra. Stavamo lavorando benissimo e si erano creati dei legami forti. Avevo trovato quello che cercavo. Stavamo già parlando con i giapponesi per preparare la nuova moto e avevamo appena programmato un test a settembre per il 2012″ Già, il futuro. Quale sarà adesso la strada che si dovrà seguire? “Ci sono già degli scatenati che si sono fatti vivi” Rassicura il manager Alberto Vergani “La BMW è sempre stata interessata, così come Aprilia che potrebbe sostituire Haga. Ma non è escluso nemmeno un ritorno in MotoGP” Certamente uno del suo calibro non rimarrà a piedi, ma bisognerà ricostruire tutto da zero. Di nuovo.
Riccardo Cangini