Fa sesso senza lavarsi: condannato. La storia di un pastore siciliano, solito avere rapporti sessuali con la moglie appena tornato dal pascolare le pecore, è giunta fino alla quarta Sezione Penale della Corte di Cassazione, che ha chiesto un nuovo rinvio a giudizio. La moglie, aveva più volte intimato al marito di farsi almeno una doccia prima di consumare il rapporto sessuale, ma l’uomo pare non fosse così avvezzo all’utilizzo del sapone. Quest’ultimo consumava i suoi rapporti “senza aderire affatto alle richieste del coniuge di effettuare la necessaria igiene corporale”. La singolare vicenda è stata diffusa dallo Sportello dei Diritti, fondato da Giovanni d’Agata (Idv). Condannato in primo grado a 9 anni di reclusione con l’imputazione di stupro, sentenza emessa dal Tribunale di Caltagirone nel 2007, in Appello l’uomo vede ridursi la condanna a 2 anni.
Ermellini chiedono nuova sentenza. Ricorso in Appello, nel 2008 la Corte di Catania riduce la pena inflitta in primo grado da 9 a 2 anni, ritenendo l’imputato colpevole di maltrattamenti, ma non di violenza sessuale ai danni della moglie. Un comportamento, il suo, che sarebbe durato, secondo quanto riportato, dal 1992 al 2006. La Procura di Catania ha però fatto ricorso in Cassazione. Gli ermelli, con la sentenza 30364 emessa ieri, hanno rinviato nuovamente a giudizio il pastore siciliano, ritenendo che “la peculiarità dei motivi del dissenso non eliminava il dissenso medesimo, per cui i rapporti sessuali, laddove imposti con la forza dall’uomo, erano e restavano violenti”. Il caso tornerà ora al Tribunale di Catania, chiamato a rivedere la sentenza emessa in Appello, secondo quanto indicato dalla Corte di Cassazione.
A.S.