Madre e figlia, stessa cella. Da ieri Sabrina Misseri e sua madre Cosima hanno avuto modo di tornare a vivere insieme. Da detenute, però. Sì, perché le due donne, accusate entrambe dell’omicidio della piccola Sarah Scazzi, dalla cui morte è passato quasi un anno (26 agosto), da eri dividono la stessa cella nel carcere di Taranto, lo stesso che, precedentemente, aveva “ospitato” Michele Misseri. Madre e figlia avevano avuto modo di stare spesso insieme nel corso delle ore di socializzazione, nell’ultimo periodo; ieri, poi, è arrivata la notizia della possibilità di una vera e propria convivenza.
L’ok del Palazzo di Giustizia. La decisione di permettere a Sabrina e Cosima di condividere la stessa cella è legata più che altro ad esigenze pratiche. Il carcere di Taranto, difatti, è sovraffollato, specie in questo periodo: la sezione femminile, da ieri, conta ben 38 detenute, dopo l’arrivo di alcune recluse da Pozzuoli. Così si è pensato di far fronte al problema permettendo ad alcune detenute di dividere gli stessi spazi. Le due donne accusate del delitto di Sarah sono fra queste. Prima di permettere a madre e figlia di dividere la stessa cella, chiaramente, la direzione carceraria ha chiesto l’autorizzazione alla magistratura. Il Palazzo di Giustizia ha acconsentito.
Nessuna traccia di Sarah sul compressore. Nel frattempo, si parla dell’udienza preliminare dinanzi al gip del Tribunale di Taranto Pompeo Carriere per l’omicidio della piccola Sarah. L’udienza è fissata al 29 agosto. Accusate dell’assassinio della quindicenne di Avetrana sono, per l’appunto, Sabrina Misseri e Cosima Serrano, mentre Michele Misseri, Carmine Misseri, suo fratello, e il nipote Cosimo Cosma sono accusati, insieme alle due donne, della soppressione del cadavere.
Sono stati resi noti, intanto, i risultati delle analisi effettuate sui compressori, il manometro e altro materiale repertato nel garage di casa Misseri: nessuna traccia della piccola Sarah. Questi risultati, dunque, smentirebbero l’ultima versione di Michele Misseri circa la sua morte. L’uomo aveva raccontato di aver strangolato la quindicenne con una corda e che Sarah, nel cadere, aveva battuto la testa contro un compressore.
Angela Liuzzi