Italia: Pil non cresce, produzione cala

Italia, Pil non cresce, produzione cala. Non sono dati troppo confortanti quelli diffusi ieri dall’ISTAT. Il più noto istituto statistico, attraverso i numeri, ha infatti dipinto un quadro piuttosto preoccupante. Se forse la recessione si è fermata, è anche vero che lo stop, paradossalmente, va in due direzioni. Non si arretra, ma nemmeno si cresce. Questo a giudicare dai dati. Nel secondo trimestre 2011 la crescita del Pil è stata solo dello 0.3 %. Dello 0.8 % rispetto allo stesso trimestre dell’anno prima. Un dato che indica la fatica che l’Italia fa ad incrementare il prodotto interlo lordo.

Produzione in calo. Se il Pil cresce troppo poco, la produzione industriale sembrerebbe addirittura calare. A giugno 2011 si è prodotto meno del mese prima, in una percentuale dello 0.6%. A giugno del 2010 si era invece prodotto lo 0.2 in meno, rispetto allo stesso mese di quest’anno, ma l’incremento non è certro tra i  più alti. Va comunque considerata la situazione di crisi mondiale, pur forse non più al suo apice. Ma in Italia sembrerebbe esistere un periodo che gli economisti definiscono di stagnazione. In parole povere non si va indietro, ma nemmeno avanti. Un allarme che Confindustria lancia da tempo. Per Confesercenti la via da percorrere è quella del taglio delle tasse. “famiglie e imprese assediata dal Fisco”.

La paura di spendere. L’attuale precarietà della situazione economica, che si riversa in parta anche sul mondo del lavoro, fa sì che gli investitori siano piuttosto cauti. Se a livello macro il governo riesce forse a tenere le redini, pur un po’ traballanti, a livello di microeconomia la storia potrebbe essere ben diversa. La paura può frenare anche i consumi quotidiani, oltre ai grandi investimenti. La precarietà di una parte del mondo del lavoro e la mancanza di prospettive percepita da molti (giovani in primis, ma anche capifamiglia adulti dopo la crisi) non aiuta certo quell’ottimismo necessario ad aprire il portafoglio.

A.S.