Gatti in condominio, il Tribunale nega lo sfratto. Ormai tre anni fa, una “gattara”, quelle persone che nella loro vita si occupano quasi esclusivamente e spesso con enormi sacrifici, di salvare e mantenere più gatti possibile, viene citata in giudizio da una coppia milanese, residente in un condominio di via Mar Nero. Il Motivo? I gatti. La gattara dà loro da mangiare, lascia le ciotole ed i pelosi, chiaramente, cheformano una piccola colonia felina, “prendono casa”, si fa per dire, in quel condominio. Alla suddetta coppia però la cosa non piace e la vicenda finisce in giudizio.
I gatti sono animali sociali. Pare che l’espressione “animale sociale” valga per i felini domestici così come per gli esseri umani. Se sull’uomo il concetto è stato confermato da sociologi ed antropologi di ogni epoca, ad esprimersi sui gatti ci ha pensato direttamente il Tribunale di Milano. Un giudice civile ha infatti respinto il ricorso della coppia, con il quale quest’ultima aveva chiesto la rimozione delle ciotole, l’allontanamento dei felini dal condominio ed anche un risarcimento danni. Vietato allontanarli quindi, il gatto ha, a suo modo e nei suoi modi, diritto di aggregarsi nello spazio comune condominiale, in quanto, appunto, animale sociale.
Animalisti in festa. La sentenza, diffusa dall’Aidaa, potrebbe cambiare il destino di molti pelosi randagi, che spesso si stabiliscono in complessi residenziali perchè trovano qualche anima buona che si prende cura di loro. Non tutti però gradiscono un tale comportamento, spesso fonte di dissidi o veri e propri litigi. A mettere tutti d’accordo ci ha pensato però il giudice, che comunque, ha semplicemente fatto il suo lavoro, tra l’altro in modo ineccepibile. Nella sentenza viene infatti nemmeno tanto indirettamente richiamato il principio contenuto nella legge quadro 281, in cui si parla di “corretta convivenza tra uomo e animale” o, se preferite, tra animali sociali.
A.S.