Crisi, Bersani: Non può pagare solo la povera gente

Le anticipazioni sulle misure anti-crisi formulate dal governo Berlusconi? “Sconcertanti“. Così il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, ha ieri definito le anticipazioni sui contenuti della manovra “corretta”, che verranno a breve esposte in Parlamento. Nella giornata di oggi, il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, incontrerà le parti sociali (non è stata ancora confermata la presenza del premier), mentre domani il ministro dei conti pubblici riferirà in Aula sulle misure ipotizzate per superare le stringenti difficoltà. Sul piede di guerra anche Umberto Bossi, che di fronte alla possibilità di far ricadere il peso della “correzione” di manovra sui ceti più deboli, ha detto: “Finché c’è la Lega non si mettono in discussione i diritti della nostra gente”.

Bersani sconcertato – “Apprendo di anticipazioni sconcertanti di misure che il governo si appresterebbe a varare. Se pensano di far pagare la manovra alla povera gente, dovranno vedersela con noi”. Con queste parole il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha ieri annunciato la sua sonora bocciatura alle presunte “mosse” messe a punto dal governo per fronteggiare la debacle dei mercati. Soluzioni che – stando a quanto finora trapelato – finirebbero per “colpire” per l’ennesima volta le fasce più deboli, imponendo restrizioni sul fronte delle pensioni e mini stangate su quello sanitario con l’aggravio dei ticket.

La “solidarietà” di Bossi – Una vera e propria ingiustizia sociale, alla quale il leader del Pd non vuole prestare il fianco. A spalleggiarlo, in Aula, potrebbe essere un insospettabile: Umberto Bossi, che ieri – dopo aver incontrato Giulio Tremonti – si è lasciato andare a una promessa impegnativa: “Finché c’è la Lega – ha assicurato il Senatur – non si mettono in discussione i diritti della nostra gente. La stabilità non sacrifichi Padania e fasce deboli“.

Maria Saporito