Melania, procuratore capo: Parolisi ha agito da solo

Salvatore Parolisi soltanto un intermediario tra sua moglie Melania Rea, la vittima del giallo di Ripe di Civitella uccisa nei boschi del Teramano lo scorso 18 aprile, e l’assassino materiale? Nella Procura di Teramo a crederlo non sono in tanti, forse soltanto l’ex giudice per le indagini preliminari Giovanni Cirillo che ieri, in un’intervista a Vanity Fair, ha dichiarato di concedere un dieci per cento di possibilità all’ipotesi secondo cui a uccidere la giovane mamma di Somma Vesuviana potrebbe essere stata una mano diversa da quella del caporalmaggiore del 235° Reggimento Piceno.
Un nuovo parere a favore della pista più battuta, ovvero quella che vede Parolisi come unico artefice di un delitto di cui non si conosce ancora l’esatto movente, è stato il procuratore capo di Teramo, Gabriele Ferretti.

POCHI DUBBI – Il dott. Ferretti nel sostenere la sua idea fa leva, paradossalmente, a quanto contenuto nell’ordinanza di custodia cautelare emessa proprio da Cirillo quando ancora non era presidente della Corte d’Assise. Nel documento, infatti, si legge: “Non vi è dubbio che, allo stato delle conoscenze storiche acquisite, il fatto debba essere ascritto a Salvatore Parolisi senza alcuna ragionevole possibiltà alternativa. È certo, senza tema di smentita, che Parolisi abbia condotto la moglie sul luogo dove è stata assassinata e dove è stata poi rinvenuta cadavere, al fine di sopprimerla o affinché fosse soppressa. Risulta pienamente legittima la contestazione a Parolisi del delitto di omicidio volontario, in concorso o non, a titolo di contributo materiale. A parere del giudice, peraltro, appare nettamente preferibile la tesi che privilegia la forma monosoggettiva“.
Tuttavia, confrontando le parole contenute nell’ordinanza con quelle pronunciate dall’ex gip le incoerenze non sembrano essere così profonde. Nell’intervista al settimanale, Cirillo ha soltanto detto che al momento non si possono escludere con certezza alcune ipotesi e dare a esse una probabilità del dieci per cento di coincidere con la realtà dei fatti, di certo non significa mettere in discussione l’ipotesi ritenuta più verosimile.

S. O.