Nuovo post di Vasco Rossi: “Non sono depresso, ecco i farmaci che prendo”

Precisazioni – Bisogna dire che di materiale per parlare di Vasco Rossi, ultimamente, ce n’è in abbondanza; e raramente a noi giornalisti capita la fortuna di avere il protagonista di una storia che fornisce lui stesso – come sta facendo il Blasco via Facebook – tutte le informazioni e gli aggiornamenti che rendono una notizia degna di essere raccontata. Comunque sia, dopo lo sfogo dell’altro giorno in cui si definiva un “depresso”, il rocker ha ora chiarito le cose in una nota pubblicata sul popolare social network, che prende il significativo titolo di “Precisazioni…”. Già l’attacco – come nella migliore tradizione rossiana – è chiaro e incisivo: “Sapevo che l’ironia è una merce rara in questo paese ma che si arrivasse a una situazione cosi tragicomica non me lo aspettavo. Io sono abituato a scherzare, provocare e utilizzare paradossi che non si possono prendere sul serio e non capirne l’ironia”. Il riferimento è alla sua supposta depressione, che a suo dire non sarebbe tale, ma semplicemente “un momento di profonda malinconia che non definirei nemmeno depressione anche per rispetto a chi davvero ne soffre e non riesce neppure a parlarne”.

Insomma, tutto un malinteso. Tanto che il rocker di Zocca ha voluto chiarire con la massima precisione quali siano i farmaci che assume e che comporrebbero l’ormai famigerato “cocktail” che, secondo il post pubblicato qualche giorno fa, lo terrebbe in vita da quella terribile (supposta) depressione cominciata nel 2001. “1 antidepressivo al dì, l’Effexor 0,75 mg, (è il dosaggio minimo, esiste anche  da 150 e da 300mg); 1 ansiolitico al bisogno, lo Xanax (che ha effetti collaterali molto inferiori a farmaci come il Tavor o il Minias che mi risulta essere usato dalla stragrande maggioranza della popolazione); 1 complesso vitaminico studiato appositamente per me dopo precisi esami che faccio presso una clinica x la salute, nella quale trascorro una settimana ogni anno e che frequento da vent’anni. Tutto qua”.

Ma allora perché tutta quella storia sul male di vivere? “La mia “depressione” è esplosa nel 2001 – ha aggiunto il Blasco – dopo la morte improvvisa di Massimo Riva seguita da quella del più caro mio amico d’infanzia Mario Giusti. Il quale, dopo un  periodo di tossicodipendenza da eroina durato 4 anni dal 1982 al ‘86, dopo due anni di comunità, era uscito completamente trasformato e maturato. Aveva smesso da dodici anni di farsi ed era ritornato ad una vita normale. Lavorava e viveva serenamente quando all’improviso si è sentito male in settembre (epatite c ) e a gennaio è morto! Questo ha scatenato in me una rabbia e una disperazione tale per una così ingiusta e crudele fine che, aggiunta alla sensazione di essere un sopravvissuto ,di avere raggiunto ogni meta e realizzato ogni sogno al di là di qualsiasi immaginazione, mi ha gettato in uno stato di tristezza e una malinconia tali per cui mi sembrava niente avesse più importanza“. Se ne possono dire tante, su Vasco Rossi, ma diteci voi se questa non è pura e profonda sensibilità umana. Secondo noi, lo è.

Roberto Del Bove