Dopo dieci anni le oltre 450 mila famiglie italiane colpite dal crack argentino ricevono una buona notizia.
L’Icsid, il Tribunale di Arbitrato della Banca Mondiale, infatti, ha accolto il ricorso dei risparmiatori italiani e ha aperto la discussione sulla causa. Il controvalore degli investimenti ammonta, ricordiamolo, a 14 miliardi di euro.
“La decisione è un successo ed una soddisfazione per gli obbligazionisti italiani e sancisce il loro diritto ad avviare azioni legali contro l’Argentina a seguito di violazioni dei diritti rivenienti dal trattato bilaterale. Dopo la registrazione e la costituzione del Tribunale abbiamo superato il terzo gradino, l’ammissibilità giuridica dell’arbitrato, un passaggio complicato anche dalle strategie argentine che hanno incessantemente tentato, senza riuscirci, di fermare il ricorso”, il commento del presidente della Task Force Argentina (Tfa), Nicola Stock.
Il provvedimento. Il provvedimento è stato depositato dall’Icsid lo scorso 4 agosto.
Per Stock “è un successo per tutti i ricorrenti che hanno sopportato dapprima lo storico default argentino, successivamente le inique, totalmente inadeguate ed incoerenti offerte di scambio e l’esproprio dei propri diritti, e quindi i premeditati ritardi e le eccezioni legali da parte argentina al fine di prolungare il procedimento arbitrale fino ad un punto di assoluta irragionevolezza. Continueremo ad agire affinché sia stabilita la responsabilità dell’Argentina al fine di ottenere un equo risarcimento del danno patito dagli obbligazionisti italiani”. “Entriamo ora nella fase di merito della procedura – ha aggiunto il presidente della Tfa – e siamo pronti ad affrontarla con immutata energia e volontà per conseguire il miglior risultato possibile per gli obbligazionisti italiani pur rimanendo, come sempre, disponibili ad un dialogo costruttivo con la controparte argentina, finora mai avvenuto, che possa consentire una soluzione equa e responsabile”.
I risparmiatori coinvolti possono essere informati sull’arbitrato e sulla decisione consultando il sito internet www.tfargentina.it. Dalla Task Force Argentina sottolineano, però, che “ogni obbligazionista che revoca il mandato a partecipare al ricorso mette a rischio la tutela dei propri diritti”.
M.N.