Se ne parlava da giorni e ieri il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha ribadito “una grande disponibilità del governo” a intervenire sulla tassazione delle rendite finanziarie.
Il piano, già previsto nella delega per la riforma delle tasse, è rientrato così nella manovra anticrisi approvata all’unanimità stamane dal Consiglio dei ministri e prevede, come ormai più volte anticipato e da più parti, una tassazione del 20% di tutte le rendite finanziarie di azioni, obbligazioni e fondi, lasciando in vita il ‘vecchio’ (e tanto discusso) 12,5% per i soli titoli di Stato.
L’intervento, ancora, prevede anche una riduzione dal 27% al 20% della tassazione sui depositi bancari e postali, in modo da introdurre una tassazione unica del 20% per tutti i redditi da capitale.
I titoli di Stato. L’eccezione del 12,5% per i titoli di Stato vale però soltanto se Bot e Btp vengono tenuti fino alla scadenza. In caso di cessione, invece, sarà applicata la nuova aliquota del 20%, come per il capital gain.
Nel caso di titoli pronto contro termine che hanno come sottostanti titoli di Stato la situazione è, per ora, meno chiara, anche se per gli esperti, trattandosi di operazioni più complesse rispetto ai titoli sottostanti, i rendimenti di questi dovrebbero essere tassati al 20%. Meno facile è capire, fin da subito, quale regime sia applicabile ai titoli già in portafoglio. Il mondo finanziario è in trepidante attesa di chiarimenti in merito, sebbene si sia consci che ogni nuova normativa fiscale porti con se mesi di confusione e complicazione, anche se, per gli esperti, questa, porterà anche una certa semplificazione nel settore, vista l’introduzione di un’aliquota unica.
M.N.