Cesare Battisti al mare: Adoro Rio, non ho ammazzato nessuno

Le prime parole da uomo libero. “Non ho ammazzato nessuno. Sono finito stritolato in mezzo alla disputa tra forze politiche italiane con le quali non avevo niente a che vedere. Io non ho ferito e non ho ucciso nessuno. Tarso Genro (l’allora ministro della Giustiza del governo Lula, ndr) esaminò il mio caso, ritenne che avevo ragione, e con gran coraggio difese le sue posizioni contro le pressioni potenti che gli franarono addosso”. Intervistato dalla rivista brasiliana ‘Piaui’, Cesare Battisti, l’ex terrorista rosso condannato in Italia all’ergastolo per quattro omicidi compiuti negli “anni di piombo”, torna sulla sua vicenda e difende la scelta della Corte Federale Suprema del Brasile di negare l’estradizione dell’ex leader dei Proletari armati per il comunismo.

Uno scrittore in vacanza. “Non ho nessuna voglia di andarmene dal Brasile, ormai sogno perfino in portoghese. Adoro Rio, le spiagge, le belle ragazze, la gente cordiale, mi ricorda Napoli e Marsiglia, posti dove mi è piaciuto stare”, spiega un Battisti rilassato, che trascorre i primi giorni di ferie al mare. Parole, quelle dell’ex terrorista impegnato ora nella scrittura di un nuovo libro sulla sua esperienza nel carcere brasiliano di Papuda, che scatenano la sdegnata reazione della famiglia di Lino Sabbadin, una delle quattro vittime ascritte all’ex leader dei Proletari armati per il comunismo.  “Parole ripugnanti – è il duro commento di Adriano Sabbadin, figlio del macellaio ucciso nel febbraio 1979 – si goda pure la sua nuova vita, ma se ha la coscienza così pulita come dice, perché ha passato la vita a scappare e nascondersi?”.

R. E.