A pochi giorni dall’apertura del dibattimento presso il Tribunale del Riesame di Teramo per decidere della richiesta di scarcerazione inoltrata dagli avvocati Walter Biscotti e Nicodemo Gentile, i legali di Salvatore Parolisi – caporalmaggiore dell’esercito accusato di aver ucciso, lo scorso 18 aprile a Ripe di Civitella, la moglie Melania Rea -, ad attirare l’attenzione dei media sono ancora le pagine che compongono l’ordinanza di custodia cautelare con cui l’allora gip di Teramo Giovanni Cirillo ha confermato nella sostanza l’analisi fatta settimane prima dal collega di Ascoli Piceno.
Borsetta – Nello specifico, sono in molti quelli che nelle ultime ore hanno ragionato sul passo in cui si parla della borsetta che la vittima con molta probabilità porto con sé il giorno della sua scomparsa. Accessorio mai ritrovato sulla scena del crimine.
A dire il vero su una specifica borsa gli inquirenti hanno concentrato le proprie indagini: è quella che Melania aveva con sé la mattina dell’omicidio. Immagini registrate dalle telecamere di sicurezza di un supermercato mostrano con chiarezza come la donna, accompagnata in quell’occasione da Parolisi e dalla piccola figlia Vittoria, portasse in spalla una borsa.
La stessa fu poi ritrovata a casa di Parolisi a Folignano, riposta all’interno di un armadio. Chi gliela mise? Melania prima di ripartire per la scampagnata del pomeriggio o qualcuno – il marito? – perché interessato a ‘nasconderla‘?
A ipotizzare ciò è lo stesso gip Cirillo che ha scritto: “Se si ipotizza che Melania abbia portato con sè almeno una” , “deve averla lasciata in macchina quando si è appartata dietro il chiosco. Sicchè ha provveduto Parolisi a riposizionarla nell’armadio di casa la sera del 18 aprile quando è sceso dal pianoro di Colle San Marco per sporgere la denuncia di scomparsa, prima che giungessero i parenti della moglie. Sembra in ogni caso utile che il pm approfondisca questo aspetto, controllando le borse”.
S. K.