A spasso nel molo di Porto Rotondo con i nipotini, il premier, Silvio Berlusconi, è stato ieri circondato dai giornalisti che lo hanno inevitabilmente interpellato sulla manovra. “I saldi devono rimanere invariabili – ha scandito il Cavaliere – ma nulla osta a che il provvedimento possa essere migliorato”. Una presunta dichiarazione di pace, lanciata all’opposizione già sul piede di guerra. E passando in rassegna alcuni punti cardine del provvedimento, il presidente del Consiglio ha strenuamente difeso il contributo di solidarietà e bocciato la possibilità di aumentare di un punto l‘Iva, come proposto da ampie sezioni dell’opposizione ma anche da qualche insofferente esponente della maggioranza.
Aperti alle proposte – “I saldi della manovra sono intoccabili, ma se durante il percorso parlamentare emergono delle nuove idee che siano migliorative dei provvedimenti adottati nulla osta a che siano accolti”. Nel giorno di Ferragosto, Silvio Berlusconi (versione nonno al mare) è apparso a tratti assai conciliante. Ai cronisti che lo hanno incalzato sul provvedimento riformulato da Giulio Tremonti per far quadrare i conti dell’Italia (come chiesto dalla Bce), il premier ha assicurato: “Noi guarderemo alle proposte senza fare distinzioni sulla fonte dalla quale provengono e cercheremo – ha precisato il Cavaliere – di fare del nostro meglio come abbiamo sempre cercato di fare”.
La difesa dei più deboli – Inoltrandosi poi sui dettagli, il premier ha difeso la validità del contributo di solidarietà, previsto per evitare che il peso del provvedimento gravi sulle spalle dei ceti più deboli: “E’ stato introdotto non perché dia un grande introito, visto che secondo i nostri calcoli darà un gettito di molto meno di un miliardo di euro – ha spiegato Berlusconi – ma perché non fossero le classi più disagiate, attraverso magari minori servizi da parte degli enti locali, a dover pagare maggiormente il costo della manovra: è stato quindi introdotto per un fattore di giustizia, per equilibrare i sacrifici. Credo che sia qualcosa che sia giusto avere in questa manovra”.
Il sospetto su Tremonti – Salvo poi precisare che la durata concertata in Cdm era stata di 2 anni e non di tre come riferito dal ministro dell’Economia: “Io ricordo – ha ripreso il premier – che abbiamo votato un periodo di validità di due anni e non tre”. E a chi gli ha chiesto se la responsabilità di questo prolungamento sia da attribuirsi a Giulio Tremonti: “Non lo so – ha tagliato corto Berlusconi – Nel percorso che è sempre lungo dei provvedimenti che escono dal Consiglio dei ministri si è ritenuto di allungare il periodo. Comunque – ha aggiunto – credo che due o tre anni facciano poca differenza perché alla fine i contributi sono molto relativi”.
Contro l’Iva recessiva – Quanto alla proposta, ventilata da più parti, di innalzare di un punto l’Iva: “Un punto in più di Iva – ha osservato il capo del governo – cambierebbe molto le cose perché sarebbero almeno cinque miliardi in più nelle casse dello Stato però l’Iva aumentata determina una contrazione dei consumi magari non rilevante ma comunque ci sarebbe una contrazione certa dei consumi. Inoltre – ha continuato il premier – vi sarebbe una maggiore tendenza all’evasione che purtroppo si rafforzerebbe con l’aumento dell’Iva”.
Contenti e scontenti – E sui malumori (più o meno esternati) di Confindustria e sindacati: “Abbiamo mediato fra sindacati, Confindustria e tutte le altre forze sociali – ha scandito il premier – si è arrivati ad una posizione di compromesso che come tutte le soluzioni di compromesso accontenta qualcuno e scontenta qualcun altro”. Anche all’interno della maggioranza. “E’ normale che ciascuno cerchi di portare avanti le sue proposte – ha notato Berlusconi apparentemente poco impensierito dalla voci di dissidenza che si sono levate dal Pdl – ma io credo che poi, una volta che chiederemo la disciplina di partito, il risultato sarà quello di avere l’unanimità. Mi attendo un comportamento responsabile da tutte le forze politiche e so che la maggioranza – ha concluso il Cavaliere – sarà responsabile”.
Maria Saporito