Coco Chanel: l’ingenuità e la ferocia di una presunta spia nazista

La figura di Coco Chanel, come molte altre, è stata estrapolata dall’enorme teca che contiene gli uomini e le donne eminenti del secolo scorso e posta sul piedistallo degli idoli. Esile e agguerrita, una gatta dalle unghie appuntite, Gabrielle Bonheur Chanel sì è conquistata il suo posto d’onore nella storia al punto che su di lei sono stati fatti film e scritti libri. L’ultimo è da poco uscito negli Stati Uniti, ma non parla di quanto la celebre Coco abbia rivoluzionato il mondo della moda, bensì del “lato oscuro” della fascinosa stilista.

Chanel, spia nazista – L’opera di cui molto si parla ultimamente e che sembrerebbe rivelare alcuni aspetti di Coco Chanel finora sconosciuti, si intitola “Sleeping with the enemy, Coco Chanel’s secret war”, ed è di Hal Vaughan. Presto il volume sarà disponibile anche in lingua italiana col titolo “A letto con il nemico, la guerra segreta di Coco Chanel”. Facile capire di cosa parli il libro in questione: secondo Vaughan la grande stilista, che pur ha sempre negato di aver collaborato col regime nazista, sarebbe stata una spia del Reich. La determinatissima Garbielle sarebbe stata l’agente F-7124; il suo nome in codice, ispiratole dall’omonimo Duca, sarebbe stato Westminster. Definita dall’autore dell’opera “ferocemente antisemita”, la Chanel viene dipinta, ancor prima del millenovecentotrentatre, come una donna dai presupposti ideologici “adeguati”, un terreno fertile per tutti gli esponenti del regime.

Amore e altro – Oltre alla componente idealistica Vaughan collega alla posizione politica di Coco Chanel anche alcune vicende sentimentali. Pare che la giovane conobbe, mentre esercitava il suo “mestiere segreto” di spia, il barone Hans Gunther von Dincklage, meglio noto come “Spatz”, ufficiale nazista con il quale intrattenne una lunga relazione d’amore. Fu lui a salvaguardare la vita della sua amata durante l’occupazione tedesca in Francia. Non si parla solo delle posizioni estreme prese da Coco Chanel nel libro di Vaughan, bensì anche dell’ingenuità della celebre stilista, che sperava grazie ai propri agganci politici di accaparrarsi l’intera società che porta il suo nome, ma che allora era sua solo per una minuscola parte (il resto era dei Wertheimer). Fu grazie all’amicizia che la legava a Winston Churchill che Coco Chanel venne liberata a fine guerra dopo essere stata arrestata, o almeno così dice il libro di Vaughan. “La moda passa, lo stile resta”? A quanto pare, non solo quello.

Martina Cesaretti