Il Tribunale del Riesame dell’Aquila ha respinto la richiesta di scarcerazione per Salvatore Parolisi, attualmente detenuto nel carcere teramano di Castrogno poiché sospettato dell’omicidio della moglie Melania Rea. Secondo i giudici, infatti, il quadro indiziario, nonostante la memoria difensiva presentata dai legali di Parolisi, è rimasto totalmente immutato: è quanto ha dichiarato ai giornalisti che si affolavano dinanzi al tribunale in attesa della pronuncia dei giudici, il presidente Giuseppe Romano Gargarella, il quale ha soggiunto, all’obiezione se si fossero lasciati influenzare dalle dichiarazioni spontanee di Salvatore Parolisi o dalle risultanze dei periti di parte, «Noi non ci facciamo impressionare nè da un lato nè dall’altro».
Legali ricorreranno in Cassazione – Intanto i difensori di Parolisi annunciano che, contro questa nuova decisione, presenteranno ricorso in Cassazione: «Prendiamo atto del rigetto – hanno detto all’ANSA -. Rispettiamo la decisione del Tribunale e attendiamo di conoscere le motivazioni, che esamineremo con attenzione. Ci dispiace constatare che il Tribunale, nonostante i dai tecnici, le testimonianze e i dati di fatto, abbia dimostrato poco coraggio facendo finta di non vedere». «Sapevamo – ha concluso Gentile, – che la nostra sarebbe stata una battaglia difficile. Faremo ricorso alla Corte di Cassazione confidando nell’accoglimento delle nostre richieste». Intanto il presidente del Tribunale del Riesame fa sapere che a breve invierà alle parti le motivazioni della sua decisione.
Familiari di Melania ascoltati come testi – Mentre il Tribunale del riesame emetteva la sua decisione, a Teramo il fratello ed il padre di Melania Rea, sono stati ascoltati come testimoni, insieme ad un cugino ed allo zio, davanti agli inquirenti di Teramo. Le loro dichiarazioni rientrano nel compito di approfondimento delle indagini che sta svolgendo la Procura, così come disposto dall’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Giovanni Cirillo. Inoltre, il lavoro degli inquirenti, in questi ultimi giorni, si è concentrato anche su ulteriori esami,sui tabulati telefonici e sui cellulari di Melania e Salvatore. «Prendiamo atto che giudici terzi hanno confermato l’impianto accusatorio e ritengono adeguata la custodia cautelare in carcere. Quanto accaduto oggi può essere sintetizzato con la frase ‘niente verità, niente libertà»ha commentato il legale della famiglia Rea, Mauro Gionni, all’ANSA, mentre il padre ed il fratello di Melania hanno detto: «Abbiamo atteso il pronunciamento del Riesame per venire a ringraziare i magistrati per il lavoro che hanno svolto e che continuano a svolgere. Qualcuno aveva dato grande valenza al Tribunale del riesame, sostenendo che giudici terzi avrebbero smontato il castello accusatorio; ma chi riteneva che oggi sarebbe stato il giorno della verità e della libertà deve prendere atto che pure un giudice terzo ritiene Salvatore Parolisi non solo responsabile dell’omicidio di Melania, ma anche in grado di inquinare le prove e commettere gravi reati, tanto che hanno confermato la misura cautelare in carcere». Sul ricorso annunciato alla Cassazione, Gionni ha detto: «C’è sempre un rinvio: prima davanti al Riesame, ora alla Cassazione. È un diritto sacrosanto, ma constatiamo che si va sempre a un appuntamento successivo».
Francesca Theodosiu