MotoGP, questione Motegi – Le case costruttrici hanno certamente fatto pressioni sui loro rispettivi piloti e la già intricata situazione ora si è fatta ancora più complessa. Il circus del motomondiale continua ad interrogarsi riguardo l’evento da disputarsi in Giappone, ad appena 150 chilometri (in linea d’aria) dalla tristemente nota centrale di nucleare di Fukushima, ancora non tornata sotto il controllo dei tecnici nonostante gli immensi sforzi e tentativi compiuti nell’arco di questi mesi. La paura è presente dentro il paddock del motomondiale e sia i piloti che i giornalisti che tutto la staff non vuole partire verso la nazione orientale, almeno per quanto riguarda il 2011. Per una volta il fronte del no appariva compatto e sicuro delle proprie idee, ma da Brno qualcosa si è rotto, mentre la cocciutaggine della FIM pare non voler sparire o allentarsi almeno, nonostante Rossi abbia già confermato la sua contrarietà.
Proposta Suzuka – Anche lui sorpreso dal silenzioso passo indietro fatto da molti suoi colleghi, l’italiano non ha avuto nessun problema a confessare paure e pensieri, lanciano anche un’interessante proposte, purtroppo non fattibile. Vale infatti aveva designato Suzuka come possibile tappa alternativa, evitando quindi la cancellazione del Gp del Giappone così tanto odiata da team e vari enti organizzativi. D’altronde la pista si erge a cinquecento chilometri dal luogo del disastro e la sicurezza lì è maggiore sotto tutti i punti di vista. Purtroppo però proprio in questa pista è morto l’indimenticato Daijiro Kato nel 2003, con conseguente perdita omologazione della Federazione Internazionale necessaria per ospitare una gara del motomondiale. E anche una “deroga speciale” non risolverebbe praticamente nulla.
Cambio impensabile – Gli ultimi lavori di ristrutturazione non solo hanno interessato tutta la parte Hospitality e box, ma anche la pista con la asfaltature di diverse via di fuga. Un perfetto cambiamento per le auto ma assolutamente negativo per i mezzi a due ruote. Inoltre non si potrebbe modificare nulla visto che, appena cinque giorni dopo il week-end motoristico delle moto, arriverebbe niente di meno che la Formula uno. Una distanza troppo breve ed esigua tra i due eventi più seguiti al mondo, uno sforzo logistico immane ed oltre la soglia del possibile per tutto e tutti. Quindi la situazione rimane congelata, con la gara sempre prevista a Motegi ed una battaglia pronta a vivere un altro capitolo. Questa volta però più intenso ed accesso, ai limite dello scontro vero, puro, altamente dannoso.
Riccardo Cangini