Al Museo archeologico di Napoli c’è un fantasma?
La notizia ha iniziato a circolare negli ultimi giorni alimentando le fantasie degli appassionati. A suffragare l’ipotesi di certo affascinante vi sono non solo i racconti degli operai che hanno lavorato nell’ultimo periodo alla manutenzione del sito ma anche una vera e propria fotografia scattata dall’architetto del ministero dei beni culturali e responsabile del cantiere Oreste Albarano e pubblicata successivamente da diversi giornali.
Nell’immagine è possibile vedere la figura di una bambina in lontananza, una presenza ecotplasmatica che ha dato una motivazione a tutti quei fatti che nelle scorse settimane hanno inquietato il lavoro degli operai che si sono ritrovati a fare i conti con oggetti spariti, secchi svuotati, carriole ribaltate.
Trucco? – La notizia, divulgata dal quotidiano napoletano Il Mattino, si è arricchita di un nuovo particolare: una squadra di veri e propri acchiappafantasmi dovrebbe arrivare in autunno per analizzare il museo e capire se davvero risultano presenze paranormali all’interno di esso.
Tuttavia c’è già chi parla di bufala creata ad arte ma anche alla portata di tutti: in un articolo, il quotidiano torinese La Stampa, fa notare come sia possibile creare al giorno d’oggi fotografie che appaiono a tutti gli effetti originali ma che invece sono frutto di un lavoro di fotoritocco: “Per fare un lavoretto simile a quello che vediamo pubblicato sul quotidiano di Napoli basta aver scaricato sul proprio telefono l’ applicazione Ghost Capture realizzata da GDE Film, è un programmino che permette di sovrapporre alle proprie foto fantastiche immagini ectoplasmatiche che possono essere scelte da una ricca libreria, con varie tipologie di spettri, tra cui naturalmente anche la nostra bambina-spirito. E’ prevista la possibilità di modificare il fantasma scelto ruotandolo, ingrandendolo o rimpicciolendolo o agendo suo livello di trasparenza per renderlo il più realistico possibile”.
S. O.