Serie A, continua l’allarme sciopero. L’Aic minaccia: “Senza contratto non si gioca”

Serie A, sciopero calciatori. La Serie A rischia di non partire, così come è già avvenuto per la Liga spagnola nel passato weekend. I rappresentanti delle 20 squadre di A ed il leader dell’Aic Damiano Tommasi hanno deciso infatti di mandare un ultimatum alla Lega di Serie A: se entro domenica non verrà firmato l’accordo per il rinnovo del nuovo contratto collettivo, i calciatori italiani non scenderanno in campo. I giocatori quindi sono pronti a bloccare tutto quanto, perchè i presidenti di A hanno ancora delle remore sul famoso articolo 7, quello che riguarda gli atleti fuori rosa. La Lega di Serie A ribatte invece che la serrata potrebbe venir fuori dal contributo di solidarietà imposto dal Governo per combattere la crisi, che i calciatori non sarebbero disposti a pagare.

Anche Figc contro calciatori – A pensarla come i presidenti di Serie A c’è anche la Figc, l’organo che da mesi cerca di far trovare una soluzione alle due parti in causa. Giancarlo Abete ieri ha parlato della minaccia di sciopero dei calciatori, ed ha espresso il suo parere sulla faccenda, dichiarando: “Se non si firma il contratto collettivo, evidentemente c’è altro. Ci possono essere altri motivi, ma se ci sono, sarebbe meglio esplicitarli in modo chiaro. L’articolo 7 è facilmente interpretabile“. Anche Abete crede quindi che i giocatori possano scioperare, perchè non vorrebbero pagare l’imposta per i redditi sopra i 90mila euro, con cui il Governo vorrebbe fronteggiare la crisi economica. “E’ giusto che chi ha di più, dia di più“, ha detto infatti il numero uno della Federcalcio.

Tommasi: “Noi pronti a pagare” – L’Aic però non ha gradito queste critiche gli sono piovute da più parti. Tommasi ha parlato infatti con la stampa per difendere la propria categoria, e per descrivere ancora una volta i motivi che potrebbero portare al clamoroso stop della Serie A. L’ex-giocatore della Roma ha dichiarato ad alcuni giornalisti che “Nessun calciatore ha mai detto che non pagherà il contributo di solidarietà. Si è trattato solo di un polverone strumentale, sollevato contro la nostra categoria. Quando il contributo di solidarietà sarà applicabile, i calciatori non avranno problemi a pagare questa tassa, come hanno sempre fatto nei tempi e nei modi previsti dalla legge. Noi ribadiamo comunque la nostra posizione: se il contratto sarà firmato, sabato e domenica si giocherà, altrimenti staremo a casa“.

Simone Lo Iacono