Vittorio Sgarbi: «Penso di avere una quarantina di figli»

Vittorio Sgarbi – Sulla sua proverbiale capacità di sedurre e di lasciarsi conquistare da belle donne potrebbero essere scritti libri. Vittorio Sgarbi non ha mai tentato di celare la propria indole di “moderno casanova”, tanto che ultimamente è arrivato ad ammettere, con un candore ed una placidità che spesso e volentieri non gli sono propri, che pensa di avere una quarantina di figli.

Nuova figlia legittima – Recentemente il Tribunale di Ancona ha aggiunto alla lista dei figli legittimi del celebre critico d’arte una ragazzina di tredici anni, figlia di una cantante lirica albanese. La piccola venne riconosciuta dall’allora marito di sua madre, che successivamente morì. Per quanto Sgarbi non si sia sottoposto ad un test del DNA, pare che vi fossero prove sufficienti per far sì che la preadolescente potesse essere a ragione dichiarata figlia di Vittorio Sgarbi. Il critico ricorda la sua relazione con la cantante lirica, con la quale, in preda alla passione, fecero l’amore nascosti fra le impalcature del set di un programma di Maria De Filippi. Sarebbe proprio dopo il processo di cui sopra che Vittorio Sgarbi avrebbe palesato la propria supposizione, quella secondo la quale lui sarebbe padre di quaranta creature.

Quaranta figli – «Sì, posso avere una quarantina di figli. », ha dichiarato Vittorio Sgarbi: «Ne ho quattro a San Severino, tutti non riconosciuti. Otto a Salemi, dove sono sindaco.». Se solo i pargoli fossero tutti legittimi sarebbe divertente immaginare il pranzo natalizio della famiglia Sgarbi. Pare che sta volta il critico d’arte si sia distinto per la propria naturalezza: non è da tutti ammettere di avere una squadra di calcetto di figli illegittimi, con tanto di allenatore e riserve. D’altronde non c’è nulla di nuovo sotto il sole; oltre che per la sua indubbia competenza nell’ambito artistico, Vittorio Sgarbi è da sempre famoso per due cose: la sua ira funesta e la sua abilità nel sedurre (e spesso abbandonare) esponenti del gentil sesso.

M.C.