Immane tragedia a Monterrey in Messico.
Sei uomini armati, giunti a bordo di due autovetture, hanno appiccato un incendio all’interno del Casinò Royale. Le conseguenze di quello che molto probabilmente è un atto di ritorsione nei confronti dei proprietari della struttura, colpevoli di essersi rifiutati di pagare il pizzo a diverse bande criminali legate all’universo del narcotraffico, sono state tremende: ben cinquantatré vittime.
Sgomento del presidente – Secondo le prime ricostruzioni effettuate dalle forze dell’ordine, a causare l’ingente numero di morti sarebbe stata l’errata reazione alle esplosioni da parte di molti degli avventori del casinò che, nel timore di rimanere vittime di qualche scontro a fuoco fuori dalla struttura, hanno deciso di rifugiarsi nei bagni e negli uffici. Questo non ha fatto altro che impedire loro di trovare una via di fuga all’avanzamento delle fiamme. Ci sono volute ben quattro ore prima che i vigili del fuoco riuscissero a spegnere l’incendio.
Non appena si è diffusa la notizia, il presidente del Messico Felipe Calderon è intervenuto sul social network Twitter per comunicare pubblicare pubblicamente il proprio sgomento: “È con profonda costernazione che esprimo la mia solidarietà a Nuevo Leon e alle vittime di questo atto abominevole di terrore e barbarie“.
S. O.