Sarah Scazzi: un anno fa l’omicidio. Tra pochi giorni il processo

Era il primo pomeriggio del 26 agosto 2010 quando all’interno di un’abitazione di Avetrana, comune in provincia di Taranto, una ragazzina di appena quindici anni di nome Sarah Scazzi veniva strangolata dai propri parenti che poi avrebbero occultato il corpo fino al 7 ottobre, giorno in cui lo zio della vittima – e per molti mesi unico presunto colpevole del delitto – fece ritrovare il corpo della giovane all’interno di un pozzo situato nelle campagne limitrofe.
A distanza di un anno esatto dall’assassinio, tante cose sono cambiate anche se il momento in cui verrà fatta definitivamente giustizia sembra essere ancora lontano.

Il processo – Nei prossimi giorni avrà inizio il processo di primo grado in cui compaiono come imputate ben quattordici persone, tra cui la cugina Sabrina Misseri e la zia Cosima Serrano; ovvero le due donne ritenute le principali colpevoli per quanto accaduto. Michele Misseri, invece, è stato accusato di concorso in soppressione di cadavere che lo ha portato, da qualche tempo, a lasciare il carcere in cui ha vissuto per diversi mesi, penitenziario in cui adesso risiedono sua moglie e sua figlia.
Alla vigilia del processo, la madre di Sarah Scazzi, Concetta Serrano, ha fatto sapere di avere l’intenzione di presenziare a tutte le udienze e sarà forse nella prima che la donna potrà incontrare nuovamente la nipote Sabrina, dal momento in cui è stata incriminata per l’omicidio.
Intanto, la ricorrenza odierna fa temere l’arrivo di curiosi affascinati da questa sorta di turismo dell’orrore. A tal proposito, però, il sindaco di Avetrana Mario De Marco ha dichiarato che non verranno presi provvedimenti particolari: “Basta con le iniziative sul caso Scazzi perché comunque lo prendi ti scotti. Siamo stanchi perché qualsiasi cosa facessimo sarebbe utilizzata strumentalmente dai giornalisti e dai conduttori televisivi”.

S. O.