Sciopero Serie A – La Serie A si ferma ancor prima di partire. La prima giornata di campionato, originariamente in programma tra domani e domenica, è stata rinviata. A darne comunicazione è stata la Figc attraverso un comunicato ufficiale: “A seguito dello sciopero dei calciatori per la mancata sottoscrizione dell’Accordo Collettivo LNP Serie A – AIC, la prima giornata del Campionato di Serie A, stagione sportiva 2011/2012, è rinviata ad una data successiva, che sarà fissata dalla LNP Serie A“. Anche l’incontro di questa mattina è andato a vuoto, nonostante il tentativo in extremis di Tommasi, che aveva proposto alla Lega di firmare una sorta di contratto ponte fino all’estate prossima: “Ho offerto un’apertura in extremis e mi sono beccato anche i rimproveri di qualche calciatore – ha fatto sapere il presidente dell’Aic –. E’ da un anno e mezzo che la Lega dice no a prescindere e lo ha fatto anche oggi“.
Duro scontro Tommasi-Beretta – La risposta di Beretta non si è fatta attendere: “Non si capisce perché avremmo dovuto firmare un accordo ponte che ricalca quello ipotizzato all’origine della vertenza da Campana – le parole del presidente della Lega di A –. Cancellare con un colpo di spugna mesi di lavoro sull’articolo 7 e sulla questione centrale del contributo di solidarietà sarebbe stato un enorme passo indietro. Quella dell’Aic era una proposta di immagine, tattica, per farsi dire di no“. La partenza del campionato, dunque, slitta al week-end del 10-11 settembre prossimi. O almeno questa è la speranza di tutti, dagli addetti ai lavori agli appassionati del pallone. Il rischio che le cose vadano ancora per le lunghe, in realtà, è tutt’altro che infondato: saranno sufficienti due settimane per raggiungere un’intesa su questioni che non trovano soluzione da oltre un anno?
Due settimane per un accordo – Giancarlo Abete ha lanciato l’allarme: “Permane il rischio pensando alle gare successive – la preoccupazione del presidente della Figc –. L’ipotesi di uno sciopero a oltranza è uno dei problemi che si pone. C’è amarezza, perché c’erano tutte le condizioni affinché questo non avvenisse. È assolutamente incomprensibile il fatto che non si sia arrivati alla firma dell’accordo collettivo per situazioni collegate all’ipotetico contributo di solidarietà e all’articolo sette sugli allenamenti differenziati“. Renzo Ulivieri, che nei giorni scorsi si era incatenato per protesta ai cancelli della Federcalcio (ma in questo caso il contratto collettivo non c’entra, il gesto del presidente dell’Assoallenatori era dovuto al fatto che è stata tolta l’obbligatorietà del patentino d’allenatore per prima e seconda categoria e juniores), ha attaccato duramente la Lega: “Ho seguito tutta la trattativa e ribadisco la mia opinione: questo è uno sciopero voluto dalle società. Come si esce da questa situazione? Solamente con il campo verde, nel senso che bisogna far tornare a giocare i calciatori“.
Cellino: “Beretta vada a casa” – A proposito di club, nelle ultime ore si sono registrate le reazioni degli esponenti di diverse squadre della massima serie. Il più duro è stato senza dubbio Cellino, che nell’assemblea di mercoledì aveva votato (unico insieme alla dirigenza del Siena) a favore dell’accordo con l’Aic: “La responsabilità è di Beretta: si è dimostrato un presidente incapace, ha gestito la situazione con superficialità – ha tuonato il numero uno del Cagliari –. Non lo riconosco più come mio presidente. Lui fa altri lavori: se deve gestire la Lega in questo modo, è meglio che se ne vada a casa“. “Lo sciopero dei calciatori? Peccato, è un errore“, si è limitato a dire Massimo Moratti. Per Diego Della Valle si tratta di “una banalità. Non mi sembra normale quello che si è vissuto negli ultimi giorni, non conta nulla chi ha più o meno ragione. La cosa più normale sarebbe far godere una partita di calcio a chi la aspetta da mesi come l’unica buona notizia del periodo“.
Pier Francesco Caracciolo