Sarà un dipinto di Gian Lorenzo Bernini il protagonista della 49ma edizione di Cortona Antiquaria, la più antica mostra d’antiquariato che apre i battenti da oggi fino all’11 settembre nella cittadina toscana. Si tratta di un piccolo quadro, un olio su tela quadrato di 35 centimetri per lato eseguito dal genio del barocco intorno al 1630, che secondo lo studioso Claudio Strinati mette in luce l’importante e proficua collaborazione di Bernini con Pietro da Cortona, che lo studioso identifica come il personaggio della tela, sia sulla base del confronto con i ritratti dell’artista toscano, che per l’età dimostrata dal personaggio in rapporto all’esecuzione dell’opera.
Un ritratto inedito che consente di far luce su un Bernini pittore completamente diverso, artista privato, che dipinge per sé, ritraendo amici, colleghi o se stesso, libero dai condizionamenti della committenza di papi e potenti, dotato di quell’autonomia intellettuale ed artistica mai raggiunta nelle più note e celebrate opere scultoree. Una testimonianza importante, che certamente rappresenta la più grande attrattiva dell’edizione 2011 della mostra ma non l’unica. Cortona, infatti, conferirà il Premio Cortonantiquaria di quest’anno al maestro Jannis Kounellis che, a sua volta, donerà alla città l’opera “Senza Titolo, 2011”, in uno straordinario dialogo tra arte contemporanea e antiquariato. Un’ imponente opera site-specific realizzata per Palazzo Vagnotti scaricando due camion colmi di mobili vecchi e antichi. «I mobili sono come dei vecchi cappotti – ha spiegato l’artista – con forme, odori e colori unici e irripetibili. Voglio realizzare un omaggio a questi vecchi cappotti di legno recuperandone l’anima profonda, entrando dentro il legno e la forma».
Curiosità e inediti – Tra le tante curiosità di Cortona Antiquaria una mostra di lucchetti antichi, con circa sessanta pezzi che vanno dall’XI al XX secolo, fra cui spiccano una decina di esemplari estremamente rari e introvabili, come un piccolissimo catenaccio medievale da scrigno, della Germania del XII-XIII secolo, raffigurante un leone, oppure il lucchetto dell’era Paleozoica, realizzato in una spessa lamina di ferro, battuta a martello e rinforzata da cordoli applicati a caldo ed inchiodati ferro su ferro, con al suo interno uno tra i più efficienti e tecnicamente complessi meccanismi medievali. Fra gli oggetti maggiormente interessanti, c’è un antico lucchetto indiano degli inizi del XIX secolo dal curioso e complesso meccanismo che consente l’apertura solo dopo una sequenza di cinque chiusure progressive, con quattro chiavi ed una molla segreta a spirale. Un rompicapo quasi inviolabile.
Valentina De Simone