Filippo Penati: un corrotto in libertà

I guai giudiziari di Filippo Penati hanno assunto da ieri un profilo meno minaccioso. L’ex presidente della Provincia di Milano non è più  accusato di concussione ma di corruzione. Un cambiamento non da poco, con il quale il gip di Monza, Anna Magelli, ha di fatto deciso di non mandare in carcere l’ex responsabile della segreteria di Pier Luigi Bersani. Il reato di corruzione (l’unico riconosciuto a carico di Penati) beneficia, infatti, di termini di prescrizione più brevi.

Corruzione provvidenziale – Secondo Anna Magelli, gip della procura di Monza, l’ex sindaco di Sesto San Giovanni, Filippo Penati, avrebbe sì favorito un meccanismo criminoso incardinato sulle tangenti ma senza costringere nessuno. Una “finezza” tecnica che vale la libertà all’esponente del Pd, il quale ha visto derubricata l’ipotesi di reato a lui contestata da collusione a corruzione. Una vera e propria “manna dal cielo” per Penati perché i termini di prescrizione per il reato di corruzione sono più brevi ed, essendo i fatti a lui contestati risalenti a più di 7 anni fa, il caso può considerarsi archiviato.

Nessuna soggezione del privato – “Sull’ area industriale Falck – si legge nelle carte depositate dal gip – tra Penati e Pasini (imprenditore coinvolto nell’indagine, ndr) c’è stato un vero e proprio accordo e lo stesso Di Caterina (altro protagonista della vicenda, ndr) agisce non tanto come privato intimorito dal pubblico ufficiale, quanto come protagonista lui stesso di un sistema nel quale il mercanteggiamento dei pubblici poteri e la pratica della tangente siano costanti”. E ancora: “Viene a mancare completamente lo stato di soggezione del privato – precisa il gip – che invece approfitta dei meccanismi criminosi”.

Bye bye Pd – Dal canto suo, l’ex responsabile della segreteria di Bersani, ha accolto la notizia con gioia, annunciando però la volontà di fare un passo indietro all’interno del partito. “Ribadisco la mia estraneità ai fatti che mi vengono contestati – ha detto Penati – ma visti gli sviluppi della vicenda che mi vede coinvolto intendo scindere nettamente la mia vicenda personale dalle questioni politiche per potermi difendere a tutto campo. Per queste ragioni ho deciso di autosospendermi dal Pd e di uscire dal gruppo consiliare regionale (della Lombardia, ndr). Questo – ha precisato – per non creare problemi e imbarazzi al Partito democratico”.

Maria Saporito