Per molti è già il nuovo Gandhi, ma probabilmente la soddisfazione per Anna Hazare, 74enne indiano, deriva da altro. A convincerlo a interrompere lo sciopero della fame iniziato lo scorso 16 agosto non è stata l’acquisita popolarità, ma piuttosto l’aver raggiunto l’obiettivo che si era prefissato.
Hazare aveva deciso di iniziare la protesta per sensibilizzare la società indiana su un problema non da poco tanto da incidere profondamente nella vita del paese asiatico: la corruzione.
Legge approvata – L’attivista indiano era stato arrestato dodici giorni fa. Con questo provvedimento, come racconta La Repubblica, le autorità speravano di farlo desistere dai propri propositi facendo così ritornare alla ‘normalità’ la situazione. Ma così non è stato: rilasciato, Hazare ha continuato la propria protesta ottenendo anche un surplus di fama per l’iniziale ostruzionismo ricevuto dalle autorità. Ed è così che, a distanza di quasi due settimane, i primi risultati si sono avuti: il Parlamento indiano ha approvato all’unanimità una mozione in cui si sottolinea la necessità di impegno da parte delle istituzioni a prendere in esame i punti principali di un disegno di legge per la lotta alla corruzione.
Nello specifico, i punti più importanti della mozione sono questi: creazione di dispositivi anti-corruzione in tutti gli Stati indiani, inclusione dei funzionari minori nella sfera di competenza del nuovo organismo anti-corruzione e redazione di una solida Carta dei diritti del cittadino.
S. O.