L‘uragano Irene è arrivato a New York. Nonostante sia stato declassato da 2 a 1 nella scala Saffir-Simpson (il cui livello massimo è 5, ndr) l’uragano, che ha portato il presidente degli Stati Uniti Barack Obama a definirlo come ‘storico’, continua a fare paura.
Dopo che nella Grande Mela si sono concluse tutte le operazioni per evacuare le zone considerate maggiormente a rischio, adesso è il momento dell’attesa perché, nonostante l’interventismo adottato dalle autorità nel tentativo di prevenire tragedia come quella che nell’agosto del 2005 colpì la Louisiana, e nello specifico la città di New Orleans, sotto le sembianze devastatrici dell’uragano Katrina, davanti alla furia della Natura non c’è molto da fare.
Avvertimenti – A tal proposito, l’imperativo è uno soltanto ma categorico: rimanere a casa. In queste ore la città di New York ha iniziato a essere battuta dalle prime piogge mentre si stanno rinforzando i venti. Gli uffici e i negozi sono tutti chiusi e chiunque ha cercato di mettere al riparo dentro casa qualsiasi oggetto che potesse essere travolto dall’arrivo di Irene.
Il numero delle vittime per il momento è pari a nove, tutte persone decedute nel percorso che l’uragano ha compiuto prima di arrivare a New York. Tra di esse ci sarebbe anche un bambino di undici anni.
Pericolo tsunami – Nonostante gli esperti abbiano classificato la portata di Irene come un uragano di livello 1, molti sono quelli che suggeriscono di non abbassare la guardia. Tra di essi anche Vincenzo Levizzani, capo divisione meteorologica dell’Istituto di Scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr, che all’Adnkronos ha dichiarato: “Se fossi responsabile della situazione sul posto non starei affatto tranquillo, perché al di là della categoria non dimentichiamo che si tratta pur sempre di un uragano. La ‘benzina‘ di un uragano è il calore che viene dalla superficie del mare quindi, finché si trova sulle acque tropicali l’uragano continua a intensificarsi, ma quando si sposta in acque settentrionali, in questo caso la costa orientale degli Stati Uniti, incontra acque più fredde e in quel momento inizia a venire meno il carburante che lo alimenta”.
Tra le conseguenze del passaggio di Irene sulle coste statunitense vi è anche il serio rischio di tsunami.
S. O.