Marcegaglia, la manovra è una “gara a chi inventa la tassa più esotica”

Una manovra “in peggioramento” e “certamente depressiva”, con una “gara a chi si inventa la tassa più esotica”. Questo il giudizio di Emma Marcegaglia sulle indiscrezioni circa le misure che entrerebbero a far parte del decreto all’esame del Senato. Misure sulle quali, nonostante le profonde divisioni nella maggioranza, secondo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti, l’intesa è ormai certa e che sarà “con tutta probabilità perfezionata” domani, lunedì 29 agosto, nell’incontro tra Berlusconi e Bossi.

La stroncatura della Marcegaglia. “Sono preoccupata – ha dichiarato il presidente di Confindustria ieri alla chiusura del premio letterario di Capalbio – perché con questa manovra la crescita sarà ancora più bassa. È chiaro che una manovra di questo tipo è certamente depressiva e tutto quello che vediamo non va in direzione di una migliore crescita”.
Nel provvedimento che si preannuncia “c’è un continuo aumento di tasse. C’è ormai la gara a chi si inventa la tassa più esotica. È una manovra fatta sostanzialmente di aumento di tasse”. Nel decreto, per la Marcegaglia, “c’è molto poco di strutturale e niente per la crescita” e latitano “le riforme che ci chiedeva la Bce e non sono state trovate le risorse per la crescita”.
“Parliamo sempre con i se perché vedremo alla fine lunedì, ma se quello che si sente sarà vero pare che la manovra non vada nella direzione giusta. C’è un continuo aumento di tasse mentre la parte sulle pensioni che noi, una parte della maggioranza e moltissimi osservatori consideravano fondamentale per liberare risorse per la crescita non c’è più“. La leader degli industriali, ancora, critica i mancati tagli ai costi della politica: “C’è una riduzione dei tagli ai Comuni. Man mano che andiamo avanti si riduce la quota dei tagli alla spesa pubblica, si aumenta la quota di tasse e quel poco di tagli alla politica, come per le province, sembra che verrà stralciata“. Di fronte a tutto ciò è legittima “una preoccupazione forte”, e l’articolo 8, che prevede la retroattività delle norme sui contratti aziendali, “deve rimanere” nel testo perché “coerente con l’accordo di fine giugno”.
In generale, ha continuato a proposito del particolare momento economico, “non siamo davanti a una catastrofe, ma la situazione è ancora complicata, la crisi non è passata”. “Questo chiama decisioni forti, anche impopolari, da parte dell’Europa e dei singoli governi”.

M.N.